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Roma batte Milan a San Siro: con Nainggolan e Florenzi scacco matto a Montella

Di Francesco riporta Florenzi ala destra, nel suo ruolo naturale. Dopo l’infortunio di Strootman, sposta Nainggolan mezzala sinistra e nella ripresa gli chiede di avanzare quasi da trequartista e cambia la partita. Il Milan non gioca male per un’ora, anche se entra poco in area. Kalinic e Andre Silva possono giocare insieme, Ma emergono ancora i limiti in copertura fra le linee quando il ritmo si alza.
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Scacco in due mosse. Di Francesco conquista San Siro con Florenzi riportato alle origini, all'ala destra, in una partita in cui comunque per un'ora abbondante la Roma risente dell'assenza di Perotti. Perso Srootman, sposta Nainggolan da mezzala sinistra e nella riprese gli chiede di alzare il suo raggio d'azione per neutralizzare il momento migliore del Milan. Dopo il vantaggio di Dzeko, miglior bomber della A dall'inizio del 2016, sono loro a chiudere il match. Il Milan esce con qualche dubbio sulla tenuta difensiva, colpevole il ritardo di Musacchio a linea schierata sul primo gol giallorosso, e sulle transizioni ad alto ritmo. Montella, però, prepara bene il match, sfrutta bene lo spazio fra le linee e alle spalle di Bruno Peres fino al gol di Dzeko. La Roma non sempre difende bene sui calci da fermo e lascia spazi al centro su palla scoperta dalle fasce. Cresce però l'intesa di squadra e l'intenzione di far girar palla sugli esterni anche nell'uscita bassa.

Florenzi ala: le molte facce del 4-3-3 della Roma

Di Francesco rivaluta Florenzi come esterno alto, cerca di disegnargli una posizione più consona alle sue caratteristiche naturali. La risposta sta in una partita da 33 tocchi, distribuiti su tutta la fascia destra, culminata nel gol del 2-0 e in una serie di ottimi movimenti con e senza palla.

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Manca il tiro al volo, alla seconda occasione per la Roma, nello stadio in cui ha segnato il suo primo gol in Serie A, all'Inter. Il primo cambio tattico è obbligato. Strootman chiede il cambio: prima uno scontro con Borini, poi una seconda botta lo spingono a chiedere la sostituzione.

I palloni toccati da Strootman
I palloni toccati da Strootman

Di Francesco sceglie Pellegrini, che è il sostituto naturale dell'olandese, voluto proprio per interpretare il ruolo di mezzala come nel Sassuolo. Si posiziona sul centro-destra, con Nainggolan interno sinistro. Gli rimane, comunque, la volontà e la libertà di andare alto a ricevere il pallone alle spalle di Biglia, molto vicino a Dzeko.

Dzeko rimane lontano dalla porta

Quando Pellegrini si allarga e Florenzi taglia verso l'interno, la Roma costringe la difesa del Milan a fare una scelta in termini di copertura e posizionamento. Il dialogo, più insistito e integrato di quanto visto con Strootman, favorisce la creazione della profondità. Florenzi e El Shaarawy dall'altra parte, però, non saltano l'uomo, non creano superiorità numerica. Così Dzeko, che ha segnato 35 gol dall'inizio dello scorso campionato, più di chiunque altro in serie A, arretra a giocare quasi da trequartista per dare respiro e profondità alla manovra. Viene a fare da sponda, vince due duelli aerei nella zona di centrocampo

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I numeri del primo tempo

Notevoli le progressioni di Kessie, con Calhanoglu che galleggia fra le linee moltiplicando le linee di passaggio e le opzioni di ricezione dopo aver saltato la prima linea di pressing. Chiara l'intenzione, dalle aree in cui si è sviluppato il gioco, da parte del Milan di sfruttare le combinazioni Calhanoglu-Rodriguez sul fronte sinistro alle spalle di Bruno Peres. Il movimento del turco e di Kessie si notano nella predominanza sulla trequarti nella zona centrale, ma i centrali della Roma praticamente non permettono al Milan di entrare in area. La Roma, al contrario, sviluppa il gioco sugli esterni dalla difesa, prova a svuotare il centro ma la poca mobilità senza palla, e l'assenza di un atout come Perotti che sa come creare superiorità contro difese dense e schierate, mantiene il possesso giallorosso lontano dall'area di rigore. Non è un caso se nel primo tempo i due che toccano più palloni risultano Kolarov (53) e Biglia (44), essenziale anche con i suoi 6 contrasti

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Kalinic e Silva possono giocare insieme

Montella chiede al Milan di estremizzare l'uscita bassa, il gioco fra difensori e portiere nella prima fase di costruzione della manovra. Ma è proprio nella fase di costruzione che il Milan deve trovare linee più efficaci e geometrie di cui fidarsi maggiormente  Il rischio, come sul disimpegno sbagliato di Donnarumma a metà primo tempo, è dietro l'angolo: il pallonetto di Strootman è largo. La sfida contro la Roma cancella il dubbio sulla coesistenza di Andre Silva e Kalinic, che in Serie A non ha segnato solo a Roma e Spal. Andre Silva e Kalinic si allargano in fase di non possesso così da ostacolare la prima giocata dei centrali della Roma che tendono ad appoggiare nella primissima fase dell'azione verso il terzino di riferimento più vicino.

Anche se in alcune situazioni, sui ribaltamenti veloci, non sempre il Milan è rapido a riposizionarsi e gestire le transizioni positive, così Kalinic si è ritrovato in un paio di occasioni a portare il pressing da solo e senza sufficiente supporto nella copertura dei compagni. Le combinazioni continuano anche nel secondo tempo, da loro nasce la migliore occasione dopo il vantaggio di Dzeko, con il movimento a sinistra dell'ex viola e l'appoggio per Silva che da fuori preoccupa Alisson. E' proprio questo il problema del Milan, fa comunque fatica a entrare in area.

Calhanoglu più attivo, Nainggolan si sposta più avanti

Nonostante il 4-3-3 che dovrebbe evitare questo tipo di situazioni, la Roma fatica a coprire fra le linee e chiudere su Calhanoglu, pescato bene con passaggi tesi dalla fascia all'indietro. Il turco, però, rovinerà la sua buona partita con l'espulsione per doppio giallo a 10′ dalla fine. Andre Silva è più coinvolto in un secondo tempo che procede a ritmi più alti. La circolazione di palla più rapida consente brillanti verticalizzazioni nei corridoi, come il filtrante illuminante di Pellegrini per Florenzi, che però la tocca male di punta nel vano tentativo di anticipare l'uscita di Donnarumma.

La Roma si scopre sulle palle alte in difesa, vedere la gran parata di Alisson sulla girata di Bonucci, che su una seconda palla si fa trovare più pronto dei centrali giallorossi (i 4 si schierano in linea, sulla prima respinta corta nessuno esce a chiudere la linea di tiro). Scena che si ripete al 67′ sulla torsione e conclusione debole di Kalinic. Perde di intensità la Roma, che concede troppe palle scoperte al Milan e un'eccessiva facilità nel trovare gli uomini liberi in area. Anche per questo, Nainggolan comincia a occupare una posizione più avanzata, quasi da trequartista mascherato. Coincidenza o no, cambierà la storia della partita.

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Dzeko e Florenzi, uno-due da ko

Solo un lampo individuale può sbloccare la partita. E il lampo arriva da Dzeko. Il Milan a difesa schierata non stringe sul bosniaco che riceve ai 20 metri, Musacchio è visibilmente fuori posizione sul centro-destra e gli permette di vedere la porta. A Bonucci e Romagnoli non resta che provare a stringere sulla linea di tiro, ma l'ex del match finisce per deviare quel tanto che basta per rendere la traiettoria irraggiungibile per Donnarumma.

Nainggolan, più libero,  si inserisce nel settore a lui più naturale, il corridoio di centro-sinistra, senza avversari. Il suo diagonale, respinto da Donnarumma, trova pronto Florenzi, lì per cancellare un anno da incubo e dare una sterzata alla stagione della Roma. Il futuro del Milan, invece, è sempre più incerto.

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