Milan, primi problemi per Mihajlovic: il gioco latita e manca un vero regista

Sulla sponda rossonera del Naviglio milanese, si è ancora indecisi se ridere o piangere del risultato maturato nella prima giornata di campionato. L'anno scorso Inzaghi cominciò con una convincente vittoria sulla Lazio (che regalò al Diavolo consensi e titoloni sui giornali), ma finì per sbattere il muso sulla cruda realtà e lasciare l'incarico dopo l'esonero. Questa stagione, invece, è cominciata subito con due schiaffoni ben assestati e con i primi mugugni del popolo rossonero. In fin dei conti, per l'uomo che deve ricostruire tutto (Mihajlovic), meglio forse partire con una sconfitta ed affrontare subito i problemi che la rosa del Milan ha messo in evidenza già contro la Fiorentina. E' infatti parso evidente a tutti che, davanti a squadre ben organizzate come quella di Paulo Sosa, il Diavolo non potrà presentare un centrocampo del genere. Nei novanta minuti del "Franchi", De Jong, Bertolacci e Bonaventura non sono riusciti a contenere gli inserimenti centrali degli avversari e neanche a costruire, finendo così per penalizzare la difesa (con De Sciglio e Antonelli costretti a non spingere) e i due attaccanti Bacca e Luiz Adriano: lasciati soli al loro destino.
Gli errori di mercato – Tralasciando ogni discussione sulla valutazione fatta dei vari Bertolacci, Romagnoli, ecc, Adriano Galliani dovrebbe porsi delle domande e chiedersi cosa serve realmente a questa squadra. Nonostante Mihajlovic e lo stesso amministratore delegato continuino a suonare lo stesso disco ("Sappiamo cosa serve"), sembra che la direzione presa dalla dirigenza rossonera vada in direzione opposta. Balotelli dovrebbe essere, infatti, l'ultimo dei pensieri milanisti. De Jong è l'unico vero incontrista della squadra e non può bastare. Bonaventura e Bertolacci (specialmente quest'ultimo) non hanno il dna di Andrea Pirlo, per innescare due punte di valore come Bacca e Luiz Adriano. Tanto meno il possibile arrivo di Soriano, giocatore bravo a correre e rompere il gioco meno a costruire e servire le punte. A poche ore dalla chiusura del mercato, dunque, il club di via Aldo Rossi rischia di aver costruito (spendendo tantissimo) una squadra incompleta che difficilmente potrà trovare (a meno di clamorose esclusioni) un sufficiente equilibrio tattico.
Nè fenomeni, né brocchi – Se è vero che le prime partite stagionali risentono di una condizione fisica ancora approssimativa e di nuove idee tattiche ancora da assimilare pienamente, il rischio è comunque quello di perdere punti preziosi e di scoraggiare subito giocatori e tifoseria. La pazienza tanto invocata (lo hanno fatto anche Allegri e Sarri, gli altri due allenatori usciti con le ossa rotte dall'esordio di campionato), potrebbe finire a breve davanti a prestazioni così brutte da non sembrare vere. Prima della pausa e del derby contro l'Inter, "test match" da non fallire per ovvi motivi, Sinisa Mihajlovic dovrà far bene contro l'Empoli e, soprattutto, dare un volto definitivo alla sua creatura. Con che giocatori, lo scopriremo nei prossimi giorni infuocati di mercato. La speranza di ogni tifoso milanista è quella di salutare l'arrivo di un paio di campioni, che possano realmente innalzare il livello qualitativo dell'undici del tecnico serbo. A questo Milan, infatti, il ritorno di Balotelli e l'acquisto di Soriano servirebbero davvero a poco.