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Milan, nel segno di Allegri e Ibrahimovic: 4 vittorie consecutive e primato ad un passo

I campioni d’Italia, dopo la sconfitta con la Juve, in carica sono tornati ai loro livelli abituali. Più forti degli infortuni e delle numerose assenze, i rossoneri adesso sono ad un passo dalla vetta e domenica potrebbero approfittare di Napoli-Juventus per tornare primi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dalla notte di Torino contro la Juventus, il Milan è tornato. È servita una lezione di umiltà e di pallone per ridare ai ragazzi di Allegri la consapevolezza di essere loro ancora una volta, la squadra da battere. La sconfitta per 2-0 contro i bianconeri ma soprattutto il modo in cui era stata maturata, ha destato da un torpore fin troppo lungo, il Diavolo motivandolo al punto giusto da permettergli di ottenere, tra campionato e Coppe, cinque vittorie consecutive a suon di gol e bel gioco. Al contrario dell'Inter, in questo modo, da dopo la sosta delle Nazionali, i rossoneri hanno colmato il gap iniziale ritrovandosi senza ulteriori ritardi tra i primi della classe ad un passo dalla Juventus capolista.

Rossoneri più forti delle avversità

Una rinascita che non ha avuto sempre vita semplice ma che è stata comunque costruita attorno alla certezza che il gruppo vincente di soli sei mesi fa non poteva essere lo stesso che veniva maltratto a Torino o messo, ancor prima, in difficoltá dal Napoli. Malgrado i continui infortuni, malgrado i problemi di organico, malgrado una situazione comunque difficile, dopo l'umiliazione di Torino il Milan ha rialzato la testa senza più chinarla. Attraverso successi sempre più convincenti, ha saputo anche approfittare di una classifica comunque corta, e – a suon di gol – di ripresentarsi come il nemico pubblico numero uno per lo scudetto 2012. Oggi, l'armata rossonera sembra non conoscere timore, consapevole della propria forza fisica, tattica e tecnica, riuscendo in imprese ritenute in altri tempi impossibili – la vittoria con rimonta a Lecce per 4-3, per esempio – e dando dimostrazione di una gestione del gioco e del risultato, al momento, uniche – vedasi il successo per dispersione contro il Parma con la tripletta di Nocerino e la vittoria di Roma con la doppietta di Ibra. Non c'è voluto molto, comunque, è bastata una sosta rigenerante di 15 giorni e una manciata di gare perchè la mentalità vincente ritrovasse il proprio posto a Milanello. Cosa che non è per nulla riuscita ai cugini nerazzurri, sprofondati nei meandri di una classifica che li vede a -11 dalla vetta e in piena lotta per non retrocedere.

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Allegri e Ibrahimovic, i marchi rossoneri

Il Milan che è tornato a vincere e convincere è comunque il Milan di Massimiliano Allegri. Il tecnico che ha già ricevuto un acconto sul rinnovo contrattuale e che ha dimostrato – nei racconti post partita della trasferta pugliese che narrano delle parole del livornese negli spogliatoi ad una squadra sotto 3-0 – di crederci anche laddove tutti si fermano a guardare, è una realtà inconfutabile. In neanche due anni, laddove si sono cambiati nello stesso periodo quattro tecnici, il tecnico toscano al suo debutto su una panchina importante non smette di confermare l'ottima intuizione di Galliani nel trovare in lui la guida perfetta con grandissimi margini di miglioramento. Ma è anche il Milan di Ibra e di Cassano, perché da quando il barese ha indossato la maglia rossonera ha trovato una continuità a lui sconosciuta. Il Milan che torna dall'impresa dell'Olimpico, secondo posto a parte a due punti dalla Juventus, conferma solidità e cinismo, classe ed esperienza. Tutte doti che fanno parte del dna di un certo Ibra, capace di prendere per mano la squadra come mai era accaduto prima. La doppietta di Roma è solo un dettaglio. Ciò che sorprende oggi sempre di più dello svedese è la capacità di guidare il gruppo, di sputare l'anima, al punto da accasciarsi al termine del match, stremato.

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La rinascita di Cassano e i nuovi innesti

Oltre a Ibrahimovic il nuovo valore aggiunto – in attesa di una maggior costanza di Robinho e del rientro di Mexes – è dato da Antonio Cassano, rinato in rossonero. Svedese e barese sono la coppia perfetta del Milan; si vedono a occhi chiusi, dialogano come se giocassero insieme da anni, scambiandosi i ruoli di goleador e assist-man all'occorrenza. Attorno a loro ruota una formazione fatta di fuoriclasse e gregari, in un mix che oggi appare con pochi difetti e larghi margini di miglioramento. I nuovi si sono integrati senza problemi: Nocerino è uscito dal guscio, complice la malattia di Gattuso ma anche la sua dote migliore che già a Torino e a Palermo lo aveva contraddistinto, cioè la costanza di rendimento molto positiva, senza bassi nè acuti; Aquilani è diventato l'asse portante del centrocampo, trovando nuovo equilibrio e regalando assist decisivi. L'ex romanista oltre ai due passaggi vincenti per Nesta e Ibra, si è trasformato anche in interdittore e oggi rappresenta un punto di riferimento nel gioco di Allegri.

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Unico problema: i gol subiti

In tutto ciò, però, non si possono nascondere alcuni difetti che col tempo o verranno corretti o potrebbero costare carissmo: il Milan subisce troppi gol. Dall'inizio del campionato ben 14; nelle ultime tre giornate 6. Galliani, non a torto, è stato chiaro: "Per vincere lo scudetto bisogna subire meno reti". Contro il Lecce e la Roma la difesa rossonera ha ignorato Giacomazzi e Burdisso, mostrando dei limiti evidenti sui calci piazzati, situazioni in cui conta moltissimo la concentrazione dei singoli più che gli schemi provati in allenamento. Se contro i salentini era stato Yepes – poi uomo-partita – a regalare spazi e marcataura, all'Olimpico è toccato a Zambrotta, lasciare a desiderare sui gol giallorossi. Allegri, soprattutto, dovrà capire come quella del Milan sia diventata, dopo lo scorso campionato in cui ha subito meno gol di tutti, tra le difese più perforate. Peggio hanno fatto solo Parma, Inter, Novara e Lecce. Un neo da togliere prima che diventi troppo evidente e metta a serio rischio ció che di buono si sta costruendo. Complici alcuni macroscopici errori di Abbiati, svarioni impensabili di Nesta e Zambrotta non certo per problemi strutturali o mancanza di qualità. Per questo non ci sono allarmismi anche perchè proprio in difesa fino ad oggi si è fatto quasi del tutto a meno dei vari Taiwo e Mexes giocatori su cui si è puntato proprio per dare fiato e ossigeno a chi non può essere sempre al cento per cento da settembre a maggio. E ora che stanno tornando a disposizione c'è da credere che la difesa rossonera troverà la definitiva quadratura del cerchio.

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