Milan, Mirabelli in bilico. Al suo posto Sabatini o Giuntoli
La Coppa Italia potrebbe salvare la stagione del Milan, ma se il 9 maggio a Roma Gattuso e i suoi non conquisteranno il trofeo, che per la verità i rossoneri non vincono da quattordici anni, la stagione potrà in ogni modo considerarsi deludente. Lo scorso anno Montella chiuse al sesto posto che nella migliore delle ipotesi potrebbe essere ripetuto quest’anno. Ma rispetto allo scorso campionato il Milan ha avuto una rosa, quanto meno sulla carta molto migliore. Undici sono stati gli acquistati effettuati nello scorso mercato estivo, in pochissimi sono riusciti a confermare le aspettative. E il rendimento deludente di molti di quei calciatori mette in una scomoda posizione il d.s. Mirabelli, che potrebbe saltare a fine stagione.
Sabatini in pole, poi Giuntoli e Braida
Il futuro dell’uomo mercato del Milan Massimiliano Mirabelli inizia a essere sempre più in bilico. Secondo quanto riporta ‘La Gazzetta dello Sport’ ci sarebbero già stati dei contatti per cercare il sostituto del d.s. rossonero. Pare che emissari del Milan avrebbero già incontrato Walter Sabatini, che da poco ha rescisso con l’Inter ed è stato uomo mercato di Roma e Lazio. Nell’elenco c’è anche Cristiano Giuntoli, il d.s. del Napoli. Difficile invece un ritorno di Ariedo Braida, il grande uomo mercato dell’era Berlusconi.

Le parole di Mirabelli
Ha parlato della sua situazione il d.s. del Milan Mirabelli, che ha detto di non essere un uomo attaccato alle poltrone e ha ribadito di sapere benissimo come funziona il mondo del calcio. Ma sa benissimo, e lo dice, che per dare il là a un ciclo c’è bisogno di tempo e questa è la prima stagione del nuovo Milan:
Io non sono uno che vuole difendere la poltrona, chi vuole viene e se la prende. Non sono mai stato attaccato alle poltrone, ho lavorato solo ed esclusivamente per il bene del club. Facendo questo sapevo già all’inizio di avere tanti nemici che al minimo sospiro sarebbero venuti fuori. Ma questo fa parte del gioco. Ogni nuovo ciclo ha bisogno di tempo, noi abbiamo un strategia precisa, quella dell’anno franco. Avendo problemi con la Uefa dovevano cercare di costruire una squadra per il futuro. Oggi ci sono tantissimi giovani importanti, insieme ad un allenatore giovane e importante come Gattuso e del quale siamo orgogliosi di averlo messo in panchina.