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Berlusconi ha deciso: esonerato Mihajlovic, Milan a Brocchi

A sorpresa il presidente Berlusconi ha deciso di cambiare subito allenatore. Mihajlovic lascia il posto a Brocchi, tecnico della Primavera. E’ la fine di un rapporto mai idilliaco, logorato da tempo. Da quando quel “deve vincerle tutte per salvarsi” del presidente rese chiara la fine dell’avventura del serbo alla guida dei rossoneri. “Grazie a tutti, è stato un onore”, il messaggio di congedo dell’allenatore.
A cura di Alessio Morra
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Il cambio della guardia tanto annunciato (via Sinisa Mihajlovic, squadra a Cristian Brocchi presentato mercoledì alle 14 a Milanello), che sarebbe dovuto avvenire al termine del campionato, arriva prima del previsto e in maniera clamorosa. Ad Arcore una cena tra Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e l'ex centrocampista del Milan, da due anni allenatore della Primavera e molto stimato dal massimo dirigente, ha di fatto sancito il capolinea dell'attuale tecnico. Una vicenda che si trascina da tempo, con il serbo costantemente sulla graticola. Eppure, dopo la buona prestazione contro la Juventus e la finale di Coppa Italia ancora da disputare, sembrava che a Sinisa fosse stata concessa almeno un'ultima possibilità, quella dell'orgoglio. Invece, no. Nessuna vittoria nelle ultime cinque partite, due sconfitte consecutive (contro l'Atalanta a Bergamo, coi bianconeri a San Siro) sono state fatali all'ex Samp. “Grazie per tutto l’affetto. È stato un onore”. Così Sinisa Mihajlovic saluta i tifosi rossoneri.

Il comunicato del Milan. "AC Milan comunica l’esonero del Signor Sinisa Mihajlovic dall’incarico di allenatore. Al Signor Mihajlovic vanno i più sentiti ringraziamenti per l’attività fin qui svolta con impegno e correttezza. La conduzione tecnica della Squadra è affidata, fino al termine dell’attuale stagione, al Signor Cristian Brocchi al quale AC Milan rivolge i più cordiali auguri di buon lavoro".

The End, Sinisa. Fine delle trasmissioni. Berlusconi avrebbe affidato il timone del Milan a Brocchi già nella scorsa stagione, quando il tentativo/amarcord fatto con Pippo Inzaghi andò male e serviva assicurare alla squadra la giusta successione. Adesso ha poco più di un mese di tempo e il big match dell'Olimpico contro la Juve per dimostrare d'essere all'altezza della fiducia concessagli. Trenta giorni e una finale che valgono il futuro. Berlusconi  ritiene che Brocchi abbia il profilo ideale per il Milan di questa epoca (giovane e più italiano, come spesso ribadito) e ha così deciso di promuoverlo sulla panchina dei big. Brocchi non prolungherà il suo contratto, che scade il 30 giugno, e alle 15 dirigerà il primo allenamento.

Mihajlovic-Berlusconi (non) c'eravamo tanto amati. Berlusconi un paio di settimane fa aveva garantito che il tecnico serbo sarebbe stato ‘risparmiato' in caso di vittoria in Coppa Italia (21 maggio all’Olimpico di Roma con la Juve). Ma ha cambiato idea… o, forse, aveva già fatto la sua scelta e ha atteso il momento migliore per metterla in atto. Del resto il suo rapporto con Sinisa non è mai stato idilliaco: da quel "deve vincerle tutte" (un avviso di sfratto) riferito al tecnico nell'anniversario della sua trentennale presidenza fino alle critiche (continue) per un gioco tutt'altro che entusiasmante, Mihajlovic s'è trovato sempre a combattere anche sul fronte interno. Una guerra logorante dal punto di vista psicologico per se stesso e per la squadra.

Milan in caduta libera, 2 punti nelle ultime 5 partite. Trend durissimo da accettare, però i risultati non sono così negativi a fronte di una rosa che non annovera calciatori al passo del Napoli e della stessa Roma, rinforzatasi molto a gennaio con gli arrivi di El Shaarawy – che proprio il Milan ha scaricato – e Perotti, le ali rivelatesi decisive per i piani di Spalletti. Il Milan è sesto in classifica (ha ottenuto 49 punti in 32 partite, la media è praticamente di 1,5 a incontro) ed è in finale di Coppa Italia, e dunque ha la possibilità concreta di raggiungere l’Europa e soprattutto ha la chance di vincere un trofeo. Tecnicamente potrebbe conquistarne anche due considerato che, con lo scudetto ai bianconeri, c'è pure la Supercoppa italiana all'orizzonte.

Stop alla ridda d'indiscrezioni. Con il cambio di panchina viene definitivamente (forse) zittito il chiacchiericcio sul futuro del tecnico e l'identikit di colui che avrebbe dovuto raccoglierne l'eredità. Negli ultimi tempi, oltre a Brocchi, anche Marcello Lippi – ex ct della Nazionale – era stato associato al Milan nelle vesti di direttore tecnico, supervisore di un progetto che avrebbe visto l'allenatore della Primavera sulla panchina principale e l'ex ct alle sue spalle. Più di recente aveva preso quota il nome di Di Francesco, il tecnico del Sassuolo sponsorizzato da Arrigo Sacchi. Berlusconi lo aveva boccia pubblicamente ribadendo la propria volontà di pensare ad altro. Anzi, lo stesso allenatore degli emiliani replicò in maniera piccata alle affermazioni del presidente: "Non vado dove c'è confusione", ha ammesso qualche giorno fa. Il Milan, dunque, si affida ancora a un tecnico esordiente, Brocchi come Seedorf e Inzaghi (entrambi a libro paga fino al termine dell'attuale stagione) ma con risultati differenti, confidano i milanisti.

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