Milan, Mihajlovic sfida anche il tabù degli allenatori stranieri
La pesante sconfitta subita contro il Napoli ha portato sul banco degli imputati Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo ha perso quattro delle sette partite disputate con il Milan, che si trova all’undicesimo posto. Naturalmente nel mirino della critica e dei tifosi ci sono anche Galliani e i calciatori, ma si sa che in caso di difficoltà chi paga è l’allenatore. Sinisa non è a rischio, ma sicuramente non è saldo sulla panchina rossonera come un paio di settimane fa. Dovesse sbagliare ancora un paio di partite, Mihajlovic potrebbe essere esonerato. Il tecnico serbo si unirebbe in quel caso al lungo elenco di tecnici stranieri che sono stati liquidati nell’era Berlusconi, in cui nessun allenatore nato al di fuori del nostro paese è riuscito a resistere più di un anno sulla panchina del Milan e ovviamente non è riuscito nemmeno a conquistare un trofeo.
Liedholm, Tabarez e Terim – Quando comprò il club Berlusconi trovò in panchina il ‘Barone’ Liedholm, che finì il campionato 85/86 e fu esonerato a cinque giornate dalla fine nella stagione successiva (lo sostituì Capello, allora tecnico della Primavera). Poi arrivarono i trionfi con Sacchi e Capello. Quando ‘Don Fabio’ lasciò fu scelto il ‘Maestro’ Tabarez, che dopo appena undici giornate in seguito a una sconfitta subita a Piacenza fu cacciato. Tornarono prima Sacchi, poi Capello, poi toccò a Zaccheroni. Nel 2001 fu ingaggiato l’’Imperatore’ Fatih Terim, liquidato dopo appena nove giornate, tra tutti gli stranieri è quello durato meno.
Leonardo e Seedorf – Il turco fu sostituito da Ancelotti, che dopo otto stagioni lasciò la panchina al brasiliano Leonardo, che chiuse il campionato al terzo posto, ma non gli bastò. Berlusconi e Galliani gli diedero il benservito a fine stagione. Allegrì lo sostituì vinse un campionato, ma nel gennaio 2014 fu esonerato. Al suo posto fu chiamato Seedorf. L’olandese lasciò il calcio giocato firmò un contratto di due anni e mezzo, ma a fine stagione fu liquidato. Adesso trema Mihajlovic, che rischia di fare la stessa fine dei suoi predecessori stranieri.