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Milan, le sanzioni della sentenza Uefa: escluso dall’Europa League

Le sanzione della Uefa contenute nella sentenza emessa dai giudici dell’Adjudicatory Chamber. Il Milan può impugnare il verdetto e fare ricorso al Tribunale Arbitrale per lo Sport di Losanna che si pronuncerà entro il prossimo 10 luglio. Una data che s’intreccia con un’altra scadenza: Yonghong Li deve restituire i 32 milioni di euro versati dal Fondo Elliott al posto dell’attuale proprietà cinese per perfezionare rifinanziamento e aumento di capitale.
A cura di Maurizio De Santis
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Una mazzata tremenda. E' la sentenza che la Camera giudicante della Uefa ha pronunciato sul Milan, escluso per un anno dalle prossime competizioni continentali per club. E' il verdetto peggiore che potesse arrivare: i rossoneri resteranno fuori dalle Coppe "nelle prossime due (2) stagioni (una competizione sola nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione)". I giudici che hanno esaminato il caso non hanno fatto sconti, lanciando un segnale molto chiaro e che detta una linea in tema di valutazione di rispetto delle regole e del fairplay finanziario.

La camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB), presieduta da José Narciso da Cunha Rodrigues, ha preso una decisione sul caso AC Milan a seguito del rinvio del responsabile della camera di investigazione CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule).

Il club non potrà partecipare alla prossima competizione UEFA per club a cui è qualificata nelle prossime due (2) stagioni (una competizione sola nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione) – si legge nella nota -. Contro questa decisione è possibile presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, secondo l'Articolo 34 (2) del regolamento procedurale che governa l'Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA, e secondo gli Articoli 62 e 63 degli Statuti UEFA. Le motivazioni della decisione verranno pubblicate su UEFA.com a tempo debito

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L’Adjudicatory Chamber del Club Financial Control Body (CFCB) dell’UEFA ha deciso di sanzionare AC Milan – si legge nella nota della società rossonera – per le violazioni della normativa sul Financial Fair Play commesse da luglio 2014 a giugno 2017 con un anno di esclusione dalle Competizioni Ufficiali Europee per Club. Nel prendere atto di tale decisione, AC Milan comunica di aver richiesto al proprio pool legale di avviare la procedura di ricorso presso il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, confidando in una sollecita revisione del provvedimento.

Equità, giudizi basati sui fatti, regole uguali uguali per tutti. Era questo il contenuto del messaggio che il Milan aveva postato sui social network nell'immediata vigilia della decisione da parte della Uefa dando evidenza all'agenda degli impegni: non solo le ‘cose da fare' ma anche ai progetti messi in cantiere e avviati in questi mesi di (durissima) rifondazione cominciata con la proprietà cinese che s'è detta pronta "a pagare per gli errori commessi in passato". Una presa di responsabilità ma anche un distinguo doveroso rispetto alle voci di questi mesi, come a dire: noi ce l'abbiamo messa tutta e continueremo a farlo ma scontiamo colpe che non sono nostre.

L’Ebdtda (Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization che in italiano è definito margine operativo lordo), inclusi i trasferimenti estivi, sarà positivo per 28 milioni e migliore dell’anno scorso di 50 milioni, centrando quanto previsto nel business plan presentato alla Uefa – si legge nella nota del Milan -. Abbiamo abbattuto i costi di gestione di 6 milioni di euro. Abbiamo investito più di 200 milioni di euro per aprire un ciclo. Ad un anno di distanza il valore dell’investimento è rimasto inalterato ed il valore del mercato della rosa è il terzo della serie A.

Il ricorso al Tas di Losanna. Il Milan ha dieci giorni di tempo per impugnare il provvedimento dell'Adjudicatory Chamber della Uefa e attendere il verdetto che verrà emesso entro il 10 luglio dai giudici del Tribunale Arbitrale per lo Sport. Una data che s'intreccia con un'altra scadenza: Yonghong Li deve restituire i 32 milioni di euro versati dal Fondo Elliott al posto dell'attuale proprietà cinese per perfezionare rifinanziamento e aumento di capitale. Con il nuovo socio (che allo stato dei fatti non è l'imprenditore italo-americano Rocco Commisso a meno che al suo posto non giunga qualcun altro dopo la frenata nelle trattative) i rossoneri sperano di ribaltare il giudizio dell'Uefa proprio davanti al Tas.

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