Milan-Lazio, il peggio del tifo laziale: striscioni pro Mussolini e i cori contro Bakayoko
Milan-Lazio non è ancora iniziata ma per i tifosi capitolini giunti nel capoluogo lombardo è come se lo fosse, sin dalle prime luci dell'alba. Gli ultrà celesti, infatti, hanno deciso di non voler passare inosservati tra le strade di Milano e hanno dato il peggio di sé prima in Piazzale Loreto con striscioni inneggianti Benito Mussolini, poi nei presso di San Siro, con cori e altre scritte a sfondo razzista, puntando il dito (e le ugole) contro Bakayoko. Insomma: uno spettacolo come la semifinale di ritorno di Coppa Italia, già rovinato ancor prima di iniziare.
La notizia positiva in una tranquilla giornata da ultrà in trasferta è che le forze dell'ordine e la Prefettura di Milano non sono state di certo a guardare: per i facinorosi di Piazzale Loreto è già scattato il fermo dopo essere stati tutti identificati. Lo stesso accadrà per i quattro teppisti fuori dallo stadio che hanno inscenato cori, slogan e scritte razziste.
Ovviamente, se nel primo caso l'intento era evidentemente di matrice politica, ricordando che la Curva laziale storicamente appartiene a un credo vicinissimo all'estrema destra, il secondo episodio è legato agli avvenimenti accaduti di recente, nella polemica che ha coinvolto i club con il gesto di Kessiè e Bakayoko che avevano sventolato la maglia di Acerbi sotto la propria curva.
I cori fuori da San Siro
Poche ore fa, ai cancelli dell’ingresso n°5, un gruppo di tifosi biancocelesti ha riproposto gli stessi cori razzisti intonati durante Lazio-Udinese nei confronti del centrocampista rossonero Bakayoko che è entrato nel “mirino” degli ultrà dopo le vicende di Milan-Lazio in campionato, match vinto di misura dai rossoneri con uno strascico di polemiche anche arbitrali che hanno surriscaldato gli animi.
Gara a rischio, misure di sicurezza eccezionali
Milan-Lazio, dunque, si conferma una gara a rischio. Lo aveva detto l'Osservatorio che aveva richiesto – e predisposto – misure di sicurezza eccezionali, ma la speranza è che tutto si sia già consumato prima del match e che quando l'arbitro fischierà l'inizio, si penserà solamente a giocare, a superarsi sul campo e alla fine – tra vinti e vincitori – ci sia semplicemente un abbraccio sportivo.