Milan, l’era Seedorf comincia da Tassotti. L’olandese arriva giovedì

Seedorf subito. E' la voce che circola con insistenza negli ambienti rossoneri dopo le dichiarazioni della procuratrice dell'ex calciatore: l'olandese sarebbe già pronto a raggiungere l'Italia. Forse già giovedì prossimo. Mentre Tassotti si accomoderà in panchina in occasione della gara di Coppa Italia contro lo Spezia. Ci volevano quattro schiaffoni di un diciannovenne (prossimo, tra l'altro, a vestire il bianconero) per far crollare una baracca che si reggeva in piedi con lo scotch. Allegri abdica nel modo peggiore e, ironia della sorte, lo fa davanti a quella squadra neroverde che guidò nel lontano 2007/2008, prima di spostarsi sull'isola sarda. Tirate una riga sul nome del tecnico toscano e dimenticatevi, amici milanisti, rincorse europee e piazzamenti continentali. L'ora zero, quella della ricostruzione dopo l'uragano "Berardi", è cominciata al triplice fischio dell'arbitro quando Barbara Berlusconi, dopo aver sparato l'ennesima bordata mediatica, ha chiesto a gran voce la rottamazione immediata di Allegri. Il grido di rabbia, del dirigente più "renziano" del club, questa volta ha colpito nel segno. Troppi i 4 gol presi a Reggio Emilia. Troppa la vergogna per una classifica che vede il Milan in testa, ma nella parte destra del tabellone. Il dado è tratto, l'allenatore praticamente silurato. Che il nuovo domani rossonero abbia inizio.
Le colpe di Max – Abituato a ben altri trattamenti, Massimiliano Allegri lascia con il dente avvelenato ma con il sorriso sulla bocca. Non tutte le "magagne" milanista portano, infatti, il suo marchio di fabbrica. Dopo la smobilitazione della società, alla quale anche lui ha contribuito dando il nulla osta per la cessione di Pirlo (errore n°1), la squadra si è impoverita drasticamente e lui non è più riuscito darle un gioco ben definito (errore n°2). I suoi tentativi (4-3-3, 4-3-2-1, 4-4-1-1, fino a quello di ieri:" palla lunga e speriamo che entri") hanno finito per irritare la platea di San Siro e la frangia del tifo più caldo. In più occasioni è sembrato poco lucido e in confusione, dando oltretutto l'impressione di non riuscire a scuotere la squadra. Con la dirigenza, specialmente sul mercato, non è riuscito ad imporsi (provò inutilmente con Ibra e Thiago Silva) e quando ci è riuscito, ha spinto Galliani a spendere 12 milioni di euro per prendere Matri (errore n°3).