Milan, ira Inzaghi: “Non si può perdere in questo modo!” (video)
Sassuolo indigesto in casa Milan. L'anno scorso di questi tempi fu letale per Massimiliano Allegri che venne solevato dall'incarico poi affidato a Clarence Seedorf con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti. Fino all'avvento di Superpippo, l'uomo della pioggia, colui che avrebbe dovuto riportare il Milan ai grandi livelli al classico motto berlusconiano "il Milan ai milanisti". Ma quando i colori rossoneri incrociano le armi con quelli neroverdi del Sassuolo di patron Squinzi (un rossonero doc) son dolori. Come oggi pomeriggio dove i padroni di casa, a San Siro di fronte ai propri tifosi e nella prima assoluta del neo acquisto Alessio Cerci, si è vissuto il dramma sportivo che nessuno avrebbe voluto vedere e che – sinceramente – nessuno si sarebbe aspettato. La sconfitta con rimonta degli emiliani ha rigettato il Diavolo nel baratro delle incertezze, incapace di ottimizzare un sfida sulla carta semplice e che avrebbe dovuto avere il compito di confermare le buone sensazioni avute prima della pausa natalizia. Corroborate dalla partenza di un deludente Torres e l'arrivo del tanto cercato Cerci e dalla carica a Milanello del presidente Berlusconi che ha tracciato il cammino stagionale: Coppa Italia e zona Champions League, oggi però ancora più distante grazie ai successi di Lazio e Napoli.
Per Inzaghi, uomo di campo ancor prima che di panchina, la sconfitta non è piaciuta per come è arrivata, con una squadra che si è dimostrata incapace di quel killer instinct che Superpippo mettev in campo ogni volta che varcava la linea di fondo per l'inizio delle partite: "Dopo il primo quarto d'ora-venti minuti sembrava tutto semplice. Se fossimo andati sul 2-0 con quell'occasione di El Shaarawy, magari la partita sarebbe cambiata. Ma se giochi in casa e stai vincendo, non puoi perdere così. La verità è che non siamo stati il Milan dell'ultimo periodo e dobbiamo fare mea culpa. Certo, quando una squadra è in fase di rinnovamento,purtroppo deve passare anche tra questi alti e bassi, eppure sembrava che avessimo trovato un po' di continuità".
Un'analisi spietata che non vuole colpevoli singoli, ma che punta l'indice sulla mentalità di un gruppo troppo fragile: "Penso che per 20 minuti siamo stati bravi tutti: io mi arrabbio perché abbiamo tirato 8 calci d'angolo, loro uno e ci hanno fatto gol. Menez? Se perdi in casa non puoi attaccarti a un solo giocatore. Queste partite nascondono sempre delle insidie: dal 30′ al 40′ c'era il sentore di poter prendere gol. Cerci? Ha giocato poco e veniva da un periodo di inattività, bisogna recuperarlo con calma, l'ho portato in panchina, pensavo potesse far bene, non possiamo pensare che sia il salvatore della patria".