Milan, Inzaghi: “Manca il salto di qualità. Caso Torres? No, scelte tecniche”
Da Genova il Milan ritorna con una sconfitta che male. Anzi, malissimo al morale prima che alla classifica. Le aspettative erano differenti e molto più alte, affrontando il Grifone e provando l'allungo fuori casa che avrebbe permesso ai rossoneri di accodarsi al trenino delle prime cinque in classifica e fermare la marcia rossoblù dei ragazzi terribili di Gasperini. Un'impresa non facile ma possibile e auspicabile visto che Juventus, Roma e Napoli si erano assestate sui rispettivi pareggi tra venerdì sera e domenica mattina. Eppure, l'ex di turno, capitan Antonelli, ha punito il Milan di Inzaghi incapace di trovare la rete avversaria e soccombendo per 1-0. Rientrando al quartier generale di Milano con il morale a terra e la sensazione che la squadra – e la rosa – non possano dare più di quello che SuperPippo sta ottenendo. A dirlo è lo stesso allenatore nel post partita, tra l'amarezza e la rassegnazione di chi spera che con l'anno nuovo oltre a più punti, arrivi anche una costanza di rendimento generale e – perché no – anche qualche rinforzo dal mercato di gennaio.
Tutti coivolti, nessun colpevole. Anche perché il Milan visto a Marassi è sembrato l'incarnazione del "vorrei ma non posso": tanta volontà, molte occasioni, troppo pressapochismo sotto porta. Errori importanti, soprattutto da parte di chi non te lo aspetti come Jeremy Menez, il francesino ex Psg che in altre occasioni ha trascinato il Milan ma che a Marassi lo ha accompagnato sul fondo del barile: "Dico che non mi piace indicare colpevoli e dico che Jeremy, che vedo in allenamento, ha il giusto atteggiamento, s'impegna, non è un imputato. In un paio di contropiedi non ha visto i compagni di squadra, forse nel terzo poteva sì fare meglio. Nel primo tempo abbiamo fatto bene, secondo me. Poi nella ripresa ci siamo forse un po' allungati, ma ci abbiamo provato. Analizzerò nei prossimi giorni la nostra partita. Se qualcosa non è andato, e se abbiamo perso qualcosa non è andato, ne parleremo. Non ora, a caldo. Secondo me il Milan del primo tempo ha fatto bene".
Caso Torres? No. Menez contro il Genoa, come El Shaarawy contro l'Inter: decisivi negli errori e nel non permettere al Milan di raggiungere la vittoria. Nel derby arrivò un pareggio, da Genova è arrivata la sconfitta. Unico comune denominatore? Fernando Torres costantemente insufficiente tanto che Inzaghi malgrado lo svantaggio di Marassi l'ha lasciato 90 minuti in panchina. Rifiutando però di aprire un caso: "Ho tanti attaccanti, devo provare un po' tutti. Torres fino a due partite fa ha sempre giocato, ora ne ho provati altri, ma la mia fiducia nei suoi confronti c'è sempre. Adesso c'è Milan-Napoli, il Napoli ha tre punti più di noi. Giochiamocela e speriamo di fare bene e di raggiungere il Napoli".
La qualità che manca. Ninho a parte, però, ciò che non convince è la squadra nel suo insieme, che manca di personalità e subisce (troppo) spesso il gioco e il ritmo avversari: "Il salto di qualità non c'è stato, e mi rammarico. E' il salto di qualità che dobbiamo cercare e fare. Piano piano torneremo grandi, bisogna migliorare ma non sarà facile. E' il sesto gol che prendiamo su calcio piazzato. Dobbiamo risolvere il problema. Se ho capito dov'è il problema? Se lo sapessi, l'avrei risolto, l'avremmo risolto. Dobbiamo lavorare e lavorare"