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Milan, Inzaghi indica la strada: “La Coppa Italia, la nostra Champions League”

La voglia di Europa è enorme, a tal punto da vivere la coppa nazionale come se fosse il massimo torneo continentale. E il tecnico rossonero lo conferma senza mezzi termini dopo tre mesi vissuti da protagonista nella sua nuova veste.
A cura di Alessio Pediglieri
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Filippo Inzaghi lo sa: restare fuori dall'Europa a guardare le altre giocarsi le proprie chance in Coppa fa malissimo. Soprattutto al morale. Se da un punto di vista fisico e nervoso può essere un vantaggio in un calcio in cui si gioca ogni tre giorni, da quello mentale si rischia di toccare l'autostima del gruppo. Ed è per questo che sia la serie A che la Coppa Italia assumano una importanza fondamentale e non riuscire a giocarsi il tutto per tutto fino in fondo avrebbe il sapore di un fallimento ulteriore. Il tecnico milanista lancia così la propria sfida totale, in primis ai propri giocatori perché vivano l'avventura della Coppa Italia come una prova generale per le coppe che verranno, fosse anche quella minore dell'Europa League.

Prova generale per l'Europa. Subito dopo la pausa ci sarà il primo momento-verità per il nuovo Milan che sta costruendo qualcosa di nuovo e soprattutto di diverso rispetto al recente passato che ha visto i rossoneri perdere il treno per l'Europa tra polemiche e critiche. Scacciate indietro da un inizio di campionato molto positivo e che ha rilanciato le ambizioni della squadra e dell'ambiente. "Adesso abbiamo 5 partite molto importanti, alla fine delle quali ci sarà un ulteriore bilancio. Non ci poniamo obiettivi, abbiamo lo spirito giusto e spero che miglioreremo di volta in volta. Chissà dove arriveremo. Puntiamo a fare sicuramente meglio dello scorso anno, il Milan non può stare fuori dall’Europa. La Coppa Italia? La viviamo come una Champions League".

Il segreto del successo. Un amore scritto nel destino di Inzaghi che nel Milan e con il Milan ha scritto pagine indimenticabili da calciatore e che è pronto a rifarne altre ancora più importanti da allenatore. "Ho la grande fortuna di allenare la squadra che amo. Chi allena il Milan deve essere ambizioso. Io spero di poterlo riportare ad alti livelli e farlo tornare il Milan che è sempre stato. La prima cena ad Arcore con il Presidente la porterò sempre nel mio cuore. Dopo due pareggi ha radunato la squadra per dare fiducia ai giocatori, soprattutto ai nuovo e ai più giovani. Aveva capito che c’era voglia di far bene e l’atteggiamento era quello giusto. Fin dal primo giorno cercavo la voglia di non mollare mai nei miei giocatori e penso che questa sia la cosa in più che sta facendo la differenza. Difficile trovare una squadra che abbia più voglia di noi"

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