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Milan, Inzaghi: “I tifosi dobbiamo conquistarli coi fatti, non con gesti o parole”

il tecnico rossonero applaude la squadra capace di dare continuità di rendimento: tre punti per il morale e l’autostima rilanciando la possibilità di fare un rush finale vincente. Con stoccata a Menez per l’esultanza polemica sul primo gol.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tre gol per tornare a respirare, col fiato grosso e la paura di dover tornare in apnea alla prossima partita. Contro il Cagliari a San Siro, SuperPippo ha rivisto i propri fantasmi e riassaporato l'ennesima serata da dover rispondere alle solite domande sulle sue dimissioni o esonero, ricevendo nuova fiducia da Galliani e Berlusconi per traghettare altri sette giorni. Ma a togliere dall'imbarazzo allenatore, dirigenza e l'intero Milan ci hanno pensato Menez e Mexes, la premiata ditta francese che ha spento le velleità di Zeman di sbancare ancora una volta San Siro, così come accadde contro l'Inter all'andata. Ritrovando il sorriso, un po' amaro per la contestazione dei tifosi che non sono andati allo stadio in segno di protesta e che hanno esposto striscioni più che eloquenti su come stiano vivendo l'attuale momento rossonero. Ma di questi tempi, tutto oro ciò che luccica e per il bel gioco e lo spettacolo ci sarà tempo per crescere e capire come ottenerli.

Inzaghi è giovane ma lo sa e si gode il successo di San Siro, iniezione di autostima per un gruppo sull'orlo di una crisi di nervi: "Al di là del semplice risultato e della vittoria, sono contento per la squadra perché negli ultimi tempi aveva raccolto poco rispetto a quanto meritava. Ero convinto che prima o poi saremmo tornati al successo. Per me è stata una buona gara, ero sereno, abbiamo iniziato un po' contratti poi ci siamo sciolti. A Firenze abbiamo iniziato un nuovo campionato e questa è la strada giusta. Potevamo e dovevamo fare meglio di quanto abbiamo fatto fino ad ora ma il nostro cammino è andato di pari passo anche con gli infortuni e siamo stati condizionati. Nessun alibi ma è l'analisi della nostra stagione"

Un ottovolante da montagne russe. Per il tecnico manca continuità ma Inzaghi prova a mostrare le spalle forti di fronte alle critiche: "Io so che devo dimostrare il mio valore perché sono giovane e c'è un momento difficile. Vedo giocatori espertissimi con squadre attrezzate che soffrono anche come l'Inter di Mancini. Tutti soffrono e tutti vogliono dare sempre il meglio: io oggi sono sotto processo ma me lo aspettavo. Era impensabile che io non incappassi in questi momenti ma sento la fiducia di tutti vicino a me, dalla dirigenza ai giocatori e questo mi basta e avanza al momento." 

La strada sembra comunque quella giusta, con una piccola continuità sotto il profilo del rendimento e della tenuta in campo: "Ci sono stati momenti difficili ma alla fine stiamo sempre dando il nostro calcio al pubblico e questo mi piace: offensivi, sprecando troppo ma sempre propositivi e sotto porta. Sapevo che questo sistema di gioco era quello che meglio si adatta a questa squadra, poi con tante assenze ho dovuto adattarmi. Abbiamo ritrovato le nostre giocate, di efficacia e di ripartenze, le stesse di inizio stagione. Sono stati bravi anche coloro che sono entrati a gara in corso come Pazzini e Cerci." 

Infine, un riferimento ai tifosi e alla contestazione della curva che ovviamente ha creato più di una difficoltà alla squadra che ha poi saputo reagire e conquistare tre punti pesantissimi: "Riconquistare i tifosi? Sì, con i fatti e non con i gesti o le parole. Abbiamo fatto meno, molto meno di quanto ci si aspettasse e ora dobbiamo provare a ripagarli per riportarli più vicini a noi. Giocando e facendo punti: saranno da oggi in poi 10 finali per noi e proveremo a vincerle tutte".

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