Milan, il piano ‘B’ se Inzaghi non convince
Torna a scottare la panchina del Milan: su quella che, un tempo, veniva considerata di lunga durata, adesso sono tornati gli spetti dello scorso anno, quando a guidare la squadra si erano intervallati ben quattro allenatori. Da Allegri a Seedorf passando per l'interim di Tassotti, per poi arrivare ad Inzaghi: e pensare che, dal 2001 al 2009, in panchina siedeva Carlo Ancelotti, che andò via solo dopo aver vinto tutto, mentre lo stesso Allegri era riuscito a durare ben quattro anni prima di essere messo alla porta.
L'augurio di Berlusconi ad Inzaghi appare quasi indicativo: "Abbiamo speranza che Inzaghi possa maturare". Frase che suona come un ultimatum: o il tecnico riesce a guidare la squadra fino all'Europa o la sua avventura sulla panchina rossonera è già terminata. E per "Europa", ormai si intende anche l'Europa League: la Champions appare lontana, meglio pensare a salvare il salvabile. E' saltata anche la Coppa Italia, che poteva essere un buon salvagente in questa stagione: insomma, per Inzaghi le cose hanno preso una bruta piega.
Intanto in casa Milan si prepara già il "piano B" qualora dovesse essere messo alla porta Inzaghi. Il sogno dei rossoneri era e resta Antonio Conte: il tecnico dell'Italia, però, è corteggiato fortemente dal Paris Saint-Germain, e non sarà facile controbilanciare un'offerta economica alla pari. Senza contare che il grosso "dilemma" di Conte alla Juventus era quello di non poter competere con i grandi club europei a causa delle limitazioni di spesa nel calciomercato: ed il portafoglio del Milan, al momento, non appare tale da poter certo competere con quello parigino. Più accessibili i nomi di Vincenzo Montella e, soprattutto, di Cesare Prandelli, in cerca di riscatto. I tifosi invece sognano Luciano Spalletti, in scadenza di contratto a giugno con lo Zenit di San Pietroburgo.