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Milan, Gattuso incorona Inzaghi: “Fortunato? No, bravo e preparato!” (video)

Ospite del canale tematico rossonero, l’ex centrocampista di Milan e Nazionale ha raccontato aneddoti e curiosità legate alla sua straordinaria carriera.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa di tornare in panchina, Rino Gattuso si è concesso volentieri ad alcune apparizioni pubbliche. Dopo esser stato ospite nella serata dedicata al rilancio di Sportitalia, l'ex tecnico del Palermo è stato ospite di Milan Channel dove, nel programma "Terzo tempo", ha aperto il libro dei ricordi: "La mia è sempre stata una famiglia di milanisti – racconta Gattuso – e nel 2006 riuscì a realizzare il sogno di vestire il rossonero. Ero già stato venduto alla Roma, ma mio padre fece saltare tutto. Al Milan trovai una grande professionalità, Albertini e Costacurta, che erano molto pignoli, controllavano tutto. Ho osservato e ascoltato i più grandi e poi ho seguito le loro tracce, facendo poi tutto questo con quelli che arrivavano al Milan, insegnando loro come questa maglia vada sudata e amata sempre".

Delusioni Champions – Nel racconto di "Ringhio", anche il ricordo di due sconfitte amare per il popolo del Diavolo: "Se avessimo passato il turno con il Deportivo La Coruna saremmo stati ancora campioni d'Europa – dichiara Rino – Io non giocai mentalmente quell'incontro perché la mia testa era su mia moglie che era stata investita da una macchina. Istanbul? Ho rivisto la partita da allenatore dalla mia squadra non posso dire nulla. Abbiamo giocato bene e poi ci siamo spenti per sei minuti. Davvero inspiegabile perché poi siamo tornati a dominare senza mai soffrire".

Infine, Pippo Inzaghi – Nonostante l'amicizia che lo lega a Clarence Seedorf, Rino Gattuso prova a spiegare il perché vede bene l'ex compagno, nelle vesti di allenatore: "Molti dicono che sia stato fortunato, invece non è così. La sua era bravura e preparazione. Pippo si faceva fare i cd in cui studiava gli avversari anche per giorni interi. Sapeva tutto, era un malato. Rompeva le scatole ai suoi crossatori e studiava in maniera particolare. In Nazionale Pippo mi rubava sempre le scarpe. Un giorno fece gol con il mio paio e non le lascio più. Da quel giorno nacque un grande rapporto di amicizia".

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