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Milan, niente esonero per Inzaghi: resta fino al termine della stagione

“Dopo il derby si è spenta la luce, sono rammaricato: i giocatori stanno dando tutto quello che hanno ma stiamo disputando le gare più brutte della stagione”. La società si era presa 24 ore di tempo, con la soluzione Brocchi e Tassotti in cantiere. A Milan Channel la conferma: Inzaghi resta alla guida della squadra.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Milan chiuderà la stagione con Pippo Inzaghi. E' la comunicazione ufficiale del Milan dopo la sconfitta (3-0) dei rossoneri al San Paolo. Parole che fanno il paio con quanto accaduto appena sette giorni fa dopo la batosta presa a San Siro contro il Grifone. "Filippo Inzaghi resta al suo posto, salvo cataclismi". L'annuncio era arrivato attraverso Milan Channel, il canale tematico della società, e mette la parola fine sullo stillicidio iniziato subito dopo le tre sberle prese sul muso dai liguri a San Siro in campionato. Non ci sarà Brocchi sulla panchina del ‘diavolo', a meno di cambi di scena improvvisi, che invece resterà al timone della Primavera.

Un Milan deludente, pessimo, sconfitto. Dal Genoa in casa nella partita che avrebbe dovuto dimostrare che le voci di uno spogliatoio spaccato in mille pezzi fossero solamente speculazioni di menti cattive. E mentre Silvio Berlusconi in giornata ascoltava la proposta – sempre più convincente – di Mr Bee per cedere le quote della società rossonera, in campo il Milan veniva umiliato dal Genoa per 3-1 con il pubblico in contestazione, un Inzaghi sempre più avvilito e indifendibile. Allenatore al capolinea: Brocchi dalla Primavera era la soluzione per chiudere a stagione accanto a Tassotti. Lo stesso SuperPippo che da Natale ad oggi ha traghettato i rossoneri per i flutti di un mare in costante tempesta, fino all'epilogo che tutti aspettavano e cioè quello dell'addio anticipato. Già dopo lo scivolone di Udine era tornata la notizia di un Berlusconi che pretendeva la testa del tecnico, poi con consueto allarme rientrato. A cinque turni dal termine però, e dopo la figuraccia di San Siro che ha confermato la spaccatura tra tecnico e squadra, oramai i titoli di coda appaiono inevitabili. Il tecnico ha compiuto comunque la seduta defaticante, l'allenamento del post-partita nella giornata odierna, con l'ad Galliani che ha preso tempo nell'attesa che si definisca anche la trattativa tra Berlusconi e Bee Taechaubol per la cessione del pacchetto di maggioranza della società.

"I giocatori stanno dando tutto e non è sufficiente – ha ammesso ai microfoni di Sky Sport -. Non mi sono piaciuti, dopo le mie parole di Udine e il ritiro punitivo speravo in un altro tipo di reazione ma quando giochi contro chi lo fa meglio bisogna anche dare merito al Genoa. Non so se concludo il mandato io penso solamente al bene del Milan, una società che dobbiamo tenerci stretta anche in questo momento di transizione. C'è del rammarico ma stiamo giocando onestamente male. A Udine e questa sera abbiamo giocato le peggiori gare della stagione, le altre volte uscivamo dal campo a testa alta, oggi no. Questo è il calcio, fa parte del gioco. Mi dispiace. Posso andare in giro a testa alta perché ho sempre dato tutto me stesso, la società prenderà la decisione migliore. Il Milan è nel mio cuore, qualsiasi sia la decisione".

Dopo Udine l'aveva detto: "Contro il Genoa ci sarà la gara della verità e se anche in quel caso dovesse esserci una partita simile a questa, allora mi dovrò preoccupare". Quasi ad esorcizzare ciò che si temeva e – forse – già si sapeva, con la fuga di notizie di una fronda interna capitanata da Cerci e Destro cui si sono contrapposti Menez e Mexes. Non a caso due che anche contro il Genoa si sono fatti in quattro, il primo segnando, il secondo provandoci in ogni modo, facendosi espellere. Adesso è chiaro: Inzaghi non ha più in mano i suoi uomini, non è un questione né tattica né tecnica, lo spogliatoio lo ha abbandonato e sul fondo c'è una pronta e costante mobilitazione dei tifosi che anche contro il Genoa non hanno mancato di protestare in modo palese il loro rifiuto di assistere ad un crollo senza più freni verso il basso di un club che si merita ben altro.

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Ore delicate, momenti decisivi, il Milan è a una svolta epocale: da una parte si sta lavorando per dare una continuità alla società provando a garantirne la stabilità economica, dall'altro è necessario intervenire sul piano tecnico. Berlusconi è pronto a cedere, controllando fino all'ultimo le garanzie ma alla fine lo farà per il bene della società mentre la figlia Barbara sarebbe sul rush finale per strappare l'ultimo nulla-osta per la costruzione del nuovo stadio ad un passo da Casa Milan, nella zona della ex Fiera al Portello. Ma ciò che oggi interessa più ai tifosi è la questione giocatori, con Inzaghi che lascerà – a meno di colpi di scena – a fine stagione e con Brocchi che resterà al timone della Primavera (sempre che non gli chiedano di traghettare la prima squadra fino alla fine di questa agonia).

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