Milan, sentenza Uefa: escluso dalle Coppe. Quando, perché e cosa può fare
Due giorni al massimo e il Milan conoscerà la decisione della Uefa. Dentro o fuori dalle Coppe. Rimandato o bocciato definitivamente. All'audizione con i cinque giudici della commissione investigativa dell'organo di controllo finanziario dei club c'è tutto lo stato maggiore dei rossoneri: l'amministratore delegato Marco Fassone, l'avvocato Roberto Cappelli a capo del pool di legali che hanno istruito la linea difensiva (imperniata su impegno del Fondo Elliott, trasparenza dei conti) e una delegazione che si completa con la Chief Financial Officer Valentina Montanari.
Sensazioni negative, la strategia del ricorso al Tas. Non dovesse bastare nemmeno quest'ultimo step per evitare le sanzioni più severe e l'umiliazione di vedersi esclusi dalla prossima edizione dell'Europa League allora è già pronta la strategia alternativa: presentare ricorso al Tas di Losanna entro 7 – al massimo 10 – giorni dalla lettura delle motivazioni della sentenza in attesa del nuovo pronunciamento che avverrà a luglio. Una transizione dolorosa.
Chi sono i membri della commissione Uefa
- Presidente: José Narciso Da Cunha Rodríguez, 77 anni, portoghese. Vice presidenti: Christian Tiemmermans, 76 anni, olandese; Louis Peila, 64 anni, svizzero. Parte legale: Charles Flint, avvocato specializzato nel settore bancario e finanziario. Parte politico-sportiva: Adam Giersz, 69 anni, polacco e membro in passato del comitato organizzatore di Euro 2012 in Polonia e Ucraina.
Come si è arrivati a questa situazione? Le incertezze della nuova proprietà cinese si sono aggiunte ai rilievi che la commissione aveva già mosso al Milan a causa degli sforamenti della precedente proprietà in tema di Financial Fair Play e che la ricca campagna acquisti della scorsa estate aveva alimentato.
La doppia bocciatura. Un percorso obbligato al quale si è giunti dopo il primo altolà giunto da Nyon il 15 dicembre scorso, quando la Uefa ha respinto la possibilità da parte del Milan di accedere al cosiddetto voluntary agreement, ovvero un piano di rientro economico presentato dallo stesso club per riassestare il bilancio in base ai criteri del fairplay finanziario. Il colpo più duro, però, è arrivato a maggio quando il diniego della Federazione s'è esteso anche al settlement agreement: in sostanza l'incertezza intorno alla figura di mr. Li e alla continuità aziendale, le difficoltà sulla questione rifinanziamento, il ruolo del Fondo Elliott fecero sì che la commissione ritenesse il Milan un soggetto a rischio e poco affidabile anche in caso di percorso virtuoso prestabilito dalla stessa Uefa.