Milan, da goleador ad assistman e trequartista: l’evoluzione di Higuain in rossonero
Gattuso cercava un bomber, tra le mani si è ritrovato un ottimo giocatore che più che segnare sembra riuscire a far segnare i compagni. Si chiama Gonzalo Higuain, l'ex Napoli e Juve approdato in rossonero in estate in una complessa operazione di mercato che ha permesso al Milan di avere uno dei più forti attaccanti della Serie A. E tra i più prolifici con i suoi 111 gol in 177 incontri.
Ed era stato voluto proprio per questo: permettere al milan di superare l'astinenza davanti alla porta avversaria, con un vero ‘numero 9' per rinverdire la tradizione dei grandi bomber del passato annebbiata dalle recenti disgrazie offensive, con attaccanti tutt'altro che decisivi (da Pato a Matri, da Torres a Andrè Silva). Ma Higuain in questi primi 180 minuti in rossonero non ha trovato la via del gol, come tutti si aspettavano: si è dedicato più a portare sotto porta i compagni.
Higuain assistman e trequartista
Un'evoluzione che è figlia dalle statistiche che si riscontrano vedendo come si è mosso in mezzo al campo il Pipita tra Napoli e Roma. Due gare complicatissime per i rossoneri che però hanno avuto un comune denominatore: Higuain che si è ritagliato più un ruolo da trequartista, quasi di copertura in cui più essenziale sembra essere stato dare una mano alla squadra più che cercare la via personale con la rete.
Con la Roma, i dati parlano chiaro: Higuain ha tentato la conclusione 5 volte finendo 4 volte in fuorigioco, ma soprattutto ha distribuito palloni ai compagni con 33 passaggi di cui un terzo nella sua metà campo e, uno, l’ultimo, decisivo a Cutrone per il definitivo 2-1 sulla Roma.
L'arma in più per Gattuso
Un elemento aggiunto, dunque, un valore in più per Gattuso e il Milan: un Higuain così non si era mai visto prima né con il Napoli (dove non a caso ha festeggiato il record di 36 reti in 36 gare) né con la Juventus, dove Allegri lo poneva sempre al centro dell'attacco. Forse, l'evoluzione, è anche figlia degli anni che passano: il Pipita ha 33 anni non è più fenomenale negli uno contro uno. Ma è anche figlia di una intelligenza guadagnata con il lavoro e il sacrificio: sa recuperare i palloni, è pronto a rientrare nella propria area o metà campo, non ha paura di giocare distante dalla port avversaria.