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Milan, closing certo ma non si sa quando, Berlusconi: “Potrei restare presidente”

Ancora un possibile rinvio per il tanto atteso ‘closing’: forse oltre il 13 dicembre, ma Berlusconi insiste: “Hanno confermato garanzie, non abbiamo motivo di dubitare. Ma serve l’aiuto di tutti, altrimenti sceglieremo altre strade…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Milan gioca a Empoli per mantenere fede ai buoni propositi nati cammin facendo, ovvero di mantenere il secondo posto saldo e in sicuro da eventuali ritorni scomodi di Roma e altre avversarie. Nessun sogno di gloria nei confronti della Juventus capolista lanciata verso il sesto scudetto consecutivo, ma una Zona Champions che appare qualcosa di estremamente concreto. Intanto, però, c'è sempre la chiusura del passaggi odi società che tiene banco e rischia di distrarre le menti di giocatori e dirigenti. Un ‘closing' che rischia di prolungarsi  ancora in una infinita telenovela che si è riaccesa dopo il derby, con Berlusconi che non ha chiuso alcuna porta ad un possibile – e incredibile – mantenimento del ruolo di presidente.

Il gruppo cinese SES ha ribadito la volontà di fare in tempi brevissimi il passaggio di società acquistando le quote al prezzo stabilito e prendere in mano il Milan. Una scelta che oramai si dilunga da un anno, che ha vissuto alti e bassi, raffreddamenti e ritorni di fiamma. Adesso però, si è arrivati al momento della verità: entro fine anno o si farà o tutto salterà, in modo definitivo.

La volontà di Berlusconi è stata da sempre chiara: la scelta di cedere la società perché vi possa essere chi ha desiderio e risorse per riportare il club tra i top d'Europa. Una serie di trattative, esami, studi per capire chi fossero gli investitori giusti, infine, l'indice puntato verso l'ultima cordata cinese. "Abbiamo provato prima con Mister Bee ma la cosa non è andata avanti. Successivamente è arrivata l'offerta di questo gruppo cinese che ci sembra molto serio, l'intenzione è quella di riportare il Milan ai livelli che ha sempre avuto in questi trent'anni.  Crediamo non ci siano ostacoli ma vedremo. Abbiamo ricevuto rassicurazioni sull'esistenza di questi capitali ma, se l'operazione non dovesse andare in porto, finiremmo di cercare altrove cambiando strategia".

Una scelta sofferta ma voluta fermamente per il bene del Milan. Con la promessa che se ci fosse la possibilità, resterebbe in sella alla società, come presidente: "Mi hanno garantito che non verrebbe nominato un altro presidente. Sarebbe una soluzione fattibile, purchè io mantenga un potere di intervento. Serve però l'aiuto di tutti: un singolo o una famiglia non possono pensare di riportare da soli un club come questo nell'Olimpo del calcio mondiale, gli investimenti sarebbero troppo elevati".

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