Milan-Chievo, Seedorf: “Nessuno stupore, avevo fiducia in questo gruppo”
La vittoria è arrivata nel segno di Kakà, sublime trascinatore nel 3-0 al Chievo dove è andato a segno anche Mario Balotelli. Tutti elementi che non possono che far gioire Clarence Seedorf visto che il Diavolo negli ultimi sette giorni, nelle tre gare disputate ha conquistato altrettanti punti in campionato E il tecnico olandese è più che soddisfatto sia del capitano brasiliano sia di tutto il gruppo apparso rinato anche dal punto di vista fisico, capace di concludere la partita addirittura in crescendo schiacciando un Chievo comunque oltremodo insufficiente.
Dalla contestazione ai risultati – Seedorf è soddisfatto soprattutto per la risposta psicologica del gruppo alle recenti polemiche, forse costruite. Anche perché la matematica non condanna i rossoneri e l'obiettivo Europa League è ancora possibile: "Non so se il momento difficile sia passato perché non ho creato io le difficoltà ambientali. Spero che adesso tutti siano più sereni. Kakà? non mi stupisce perché abbiamo sempre lavorato perché trovasse le condizioni migliori. E' una garanzia di uomo e siamo felici: non posso parlare per lui e per il suo futuro ma non ci sono dubbi della stima che ho per lui. E' tra quei giocatori che meritano una parola importante da me come Honda che oggi si è fatto in due per attaccare e difendere. Se avesse fatto gol si sarebbe anche sbloccato per dimostrare tutta la sua qualità di campione. L'Europa League? Resta un obiettivo e finché la matematica non ci tradisce lo resterà".
Ritorno al futuro – Il periodo nero è alle spalle eppure anche nei momenti più bui Seedorf non ha mai avuto alcun dubbio sulla rinascita di una squadra che sarebbe migliorata col lavoro e il tempo. Così è stato e l'ottimismo è tornato imperante anche a Milanello: "Stiamo riuscendo a giocare e a vincere in undici senza pause e cali fisici. La squadra riesce a capirsi e aiutarsi in campo di gara in gara inserendo al meglio anche i giocatori ultimi arrivati. I momenti difficili e le partite che non sono andate bene non sono giustificabili ma spiegabili: abbiamo perso anche giocando bene ma ci sono delle attenuanti come gli avversari forti (Juve e Napoli) e alcune situazioni contingenti come restare in 10 contro il Parma".