Milan, che succede: la holding di Li insolvente al momento dell’acquisto, chiesta bancarotta
Gennaro Gattuso è riuscito a riportare "la chiesa al centro del villaggio" al Milan, per dirla alla Rudi Garcia. Mentre la squadra rossonera sul campo ha invertito la rotta, tornando in orbita Europa, non arrivano buone notizie per la sua proprietà cinese, alle prese con una vicenda che alimenta non pochi dubbi sull'acquisizione della società del capoluogo lombardo. E' quanto emerge da un'inchiesta del Corriere della Sera sulle holding dell'imprenditore cinese Yonghong Li diventato il proprietario del Milan con un'operazione da 740 milioni. E proprio la Shenzhen Jie Ande, la società finanziaria presentata come credenziale per l'acquisizione meneghina, pare fosse già insolvente al momento dell'operazione con tanto di prestiti non restituiti a due diverse banche.
Richiesta di bancarotta per la holding di Yonghong Li in Cina
A rivelare il tutto ci ha pensato un'inchiesta di Milena Gabanelli e Mario Gerevini sul Corriere della Sera che ha messo nel mirino proprio l'acquisto del Milan da parte dell'imprenditore cinese. Quest'ultimo si è rivelato titolare di una holding giudicata insolvente che ha spinto le banche creditrici a fargli causa. Il tribunale del distretto di Futian ha stabilito che per saldare i debiti il patrimonio della società finanziaria di Yonghong Li fosse messo all'asta su Taobao, ovvero l'ebay cinese. In questo modo sarebbero stati incassati i 60 milioni di euro, necessari per sistemare i debiti con le banche. Come se non bastasse poi nello scorso gennaio la Banca di Canton ha richiesto la liquidazione per bancarotta della holding stessa.

Dubbi sull'operazione per l'acquisto del Milan
Una situazione dunque fortemente contrastante con l'operazione legata all'acquisizione del Milan. Mentre andava in porto questa operazione infatti Li era " inseguito dai creditori in patria" e tra gli asset fondamentali per la sua "sua credibilità finanziaria" era stata presentata, come si legge sul Corriere, anche "11,39% di Zhuhai Zhongfu, detenuto tramite la cassaforte Jie Ande", a quanto pare però insolvente. Nuovo alone di mistero dunque intorno all'imprenditore cinese protagonista di una delle operazioni più importanti della storia del calcio, su cui dunque emergono non poche perplessità.