Champions League, Milan-Barcellona 1-1: un pareggio che vale come una vittoria

E' finita con un pareggio ma poteva anche finire diversamente. Milan e Barcellona hanno onorato la Champions League con una partita intensa e, a tratti, spettacolare. Applausi ai rossoneri ma anche, ovviamente, a quel circo ambulante comandato da Leo Messi che risponde al nome di Barcellona. San Siro ha vissuto, finalmente, una notte di grande calcio dopo troppe serate (e pomeriggi) passati a lamentarsi di partite da film horror. Di inguardabile, questa sera, a parte la maglietta degli spagnoli, c'è stato poco o niente. Il Milan ha avuto una partenza da "urlo", da Champions League. Kakà e Robinho, nei primi venti minuti, hanno riacceso l'entusiasmo di uno stadio spento da settimane. Il gol di Binho, confezionato dall'altro ex Madrid Kakà, è stato il giusto premio di una squadra arrembante e coraggiosa che, per larghi tratti della partita, non ha avuto paura di sporcarsi le mani con un gioco decisamente all'italiana. Di fronte ad un Barcellona di questo genere (meglio questa sera, rispetto alla squadra vista l'anno scorso al Meazza), ai ragazzi di Allegri è toccato fare una partita di sacrificio, di orgoglio e di cuore. Ci sono riusciti fino al novantesimo, portando a casa un pareggio che, in questi casi, accontenta come una vittoria e, soprattutto, rende ai "supporters" del Diavolo una squadra decisamente migliore rispetto a quella vista nelle ultime gare di campionato.
La pulce non delude mai – Il Barcellona ha fatto la sua solita, straordinaria, partita fatta di "tiki-taka", cambi di gioco e inserimenti velenosi dei centrocampisti. Neymar non si è mai visto, mentre Messi ha "timbrato" (al 23esimo del pt) grazie al gentile omaggio del centrocampo rossonero. Allegri può vantarsi di aver (ancora una volta) spaventato lo squadrone catalano…cosa che, di questi tempi, potrebbe far riacquistare al tecnico livornese qualche credito in più da spendere con la società e, specialmente, con un presidente che non ha mai digerito "questo" Milan. Il risultato (giusto) rende onore anche alle scelte di Adriano Galliani che, questa estate, era andato a riprendersi Ricardo Kakà, tra le risate della concorrenza. Con più benzina nelle gambe, il brasiliano può ancora fare la differenza e con Balotelli (e magari Honda, quando arriverà) potrebbe, nel prossimo futuro, formare un trio d'attacco niente male. Il Milan ha pareggiato, poteva perdere ma poteva anche vincere se solo Robinho (il Calloni 2.0) e Muntari non avessero sciupato soli davanti a Valdes. Sarebbe stato ingiusto nei confronti di un "super" Barcellona, ma sarebbe stato bellissimo per uno stadio che, da tempo, meriterebbe soddisfazioni di questo genere.