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Mihajlovic: “La malattia mi ha cambiato e oggi apprezzo ogni piccola cosa della mia vita”

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il tecnico del Bologna ha parlato delle sue condizioni di salute e di come è cambiato dopo le cure mediche: “Anche una malattia così bastarda, quando la superi, ti può lasciare qualcosa di positivo e di benefico perché ti può cambiare il modo di pensare, di vivere, di comportarti. Io ho riassaporato la meraviglia delle piccole cose”.
A cura di Alberto Pucci
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Il sorriso e la determinazione di Sinisa Mihajlovic sono le immagini in primo piano sulla copertina dell'ultimo numero di ‘Sport Week': l'inserto della ‘Gazzetta dello Sport'. Nella lunga intervista concessa al quotidiano milanese, il tecnico del Bologna ha parlato del suo stato di salute e di come la malattia lo ha cambiato. "Non potevo desiderare un Natale migliore. Passarlo in famiglia, nelle mie attuali condizioni, è il massimo a cui potessi aspirare – ha spiegato il serbo – Le analisi vanno bene, mi sento ogni giorno più forte, ho accanto mia madre, mia moglie, i miei figli. E il Bologna ha pure vinto le ultime due partite. Mi sento in pace, sono sereno, contento, felice per tutto".

La gioia di vivere di Sinisa

Reagire in maniera positiva è la miglior medicina per chi è nelle sue stesse condizioni. È questo Mihajlovic lo sa bene: "Anche una malattia così bastarda, quando la superi, ti può lasciare qualcosa di positivo e di benefico perché ti può cambiare il modo di pensare, di vivere, di comportarti. Io ho riassaporato la meraviglia delle piccole cose. Fermare il tempo? Non c'è bisogno. Faccio di meglio, me lo godo. Attimo dopo attimo. Oggi apprezzo fino in fondo ogni singolo momento, ogni piccola cosa, di cui prima magari neanche mi accorgevo. E mi gusto alcuni piaceri della vita, piccoli e semplici, che però adesso mi sembrano impagabili".

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Il piacere della grappa e di un buon sigaro

"Amo tre momenti della mia giornata – ha continuato Mihajlovic – La mattina presto: ho ripreso a fare lunghe camminate, 7-10 chilometri. Mi guardo intorno e respiro. Quando hai passato mesi chiuso in una stanzetta di tre metri per tre, con aria filtrata, anche una boccata di aria, all’aperto, è una sensazione bellissima. Poi c’è la mia grappa serba prima di cena. La sorseggio pensando a mio padre, che non c’è più, e ne andava matto. Dopo cena invece mi prendo un bicchiere di vino rosso e mi accendo un sigaro. Non fumo più le sigarette da quando ho scoperto la malattia, ho mantenuto solo il piacere di un sigaro ogni tanto".

Il lato sensibile di Mihajlovic

Di fronte alla malattia, inevitabilmente si cambia. Spesso in meglio. "Ho scoperto una parte di me che non conoscevo, una sensibilità che tenevo nascosta: ora capita che le lacrime scendano da sole. Sinisa stai diventando un piagnone, mi dico ogni tanto. Ma da un certo punto di vista mi fa piacere: prima trattenevo le emozioni, ora le vivo tutte pienamente. Posso essere felice o triste o incazzato, ma lo sono sempre al massimo dell’intensità emotiva, come se fossi perennemente messo a nudo, senza filtri. È aumentato tutto – ha concluso Mihajlovic – pure la pazienza. Ora rifletto di più".

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