Mihajlovic incarta Spalletti sulle fasce, Eder salva l’imbattibilità dell’Inter
Chiamatela pure zona Inter. Il decimo gol negli ultimi 15′ allunga l'imbattibilità da record dell'Inter. Il Torino, che ha quasi la metà dei punti, concede il 13mo gol in sette trasferte stagionali. I granata subiscono reti ormai da nove partite di fila, seconda peggiore striscia di campionato dopo il Benevento. Si ferma a sei la serie di vitttorie casalinghe di fila dell'Inter, che solo due volte aveva registrato nove successi e due pareggi nelle prime 11 giornate di Serie A: nel 1952-53 e nel 1988-89, due stagioni chiuse col tricolore sul petto. L'atteso confronto a distanza fra Icardi e Belotti si chiude senza veri vincitori. Protagonisti Eder e Iago Falque, decisivo Sirigu.
Il Toro blocca l'Inter sulle fasce
Il Torino esce molto sulla fascia sinistra, va a sviluppare gioco sul lato di Ansaldi che già dai primi minuti si spinge anche più alto di Ljajic. Con D'Ambrosio ad accompagnare nel corridoio interno e fornire un appoggio in più a Candreva, in quel settore, su quella corsia si decide il match. Proprio l'incursione di Candreva e l'appoggio indietro per Icardi, che come a Verona manca la conclusione (errori non da lui) vale la prima vera occasione del match.
Diverso il comportamento degli esterni alti: più classiche le ali dell'Inter, che nel primo tempo però insiste molto più dalla parte di Candreva. Si vede meno Perisic, che ha partecipato attivamente a nove gol nelle prime 11 partite di campionato: con Immobile è l’unico giocatore ad aver fornito almeno quattro assist (cinque in totale) e segnato almeno quattro gol in Serie A.
Più trequartisti Ljajic e Iago Falque che giocano invertiti proprio per andare a cercare il centro, occupare il semi-spazio e provare la conclusione o favorire lo smarcamento di Belotti.
Sale De Silvestri, la sblocca Iago Falque
Il secondo tempo esalta le differenze, prima sul cross di De Silvestri con Iago Falque e Obi pronti ad aumentare il peso in area. Il Torino, terzultima per cross in Serie A, cerca prima le fasce ma negli ultimi venti metri cerca maggiormente il taglio verso il centro.
L'Inter, invece, che di cross ne mette più di 20 a partita, si srotola su due incursioni di Perisic (notevole lettura di Nkoulou) e Nagatomo che vede lo spunto di Vecino, frustrato dal capolavoro di Sirigu.
Spalletti inverte gli esterni alti, ma dopo due minuti il Toro la sblocca, e Candreva torna a destra. Il tecnico nerazzurro si era concentrato in conferenza stampa sul modo di attaccare che oggi prevede l'esterno alto tagliare verso il centro ma nessuno tiene Iago Falque sullo scatto di De Silvestri. Il destro dal limite è un lampo di luche improvvisa che si incastona in una lucida prestazione difensiva dei granata.
Icardi-Belotti, duello senza vincitori
Icardi, che deve cercar spazio anche indiero, trova rispetto all'anno scorso, quando infilò una doppietta magistrale, un Burdisso che riesce a mettere il corpo fra l'avversario e la palla. Gli errori di Icardi, una conclusione ciccata, un colpo di testa mancato e un controllo imperfetto nel rientrare su una fuga in campo aperto nel semi-spazio di centro-destra, scandiscono il primo tempo dell'argentino.
Belotti si vede poco, Icardi si muove alla grande in area, quando si tratta di liberarsi del marcatore, ma è meno lucido, meno pronto, meno pulito nelle conclusioni. Il tecnico gli chiede anche di partecipare di più al gioco, di aiutare la squadra anche in non possesso. Icardi, anche nelle difficoltà, esegue. La squadra mantiene l'equilibrio, e il suo primo assist favorisce il pareggio di Eder, decima rete in stagione nell'ultimo quarto d'ora.
Sirigu-Handanovic, parità anche in porta
Quella che avrebbe dovuto essere la sfida fra i bomber si trasforma nel duello degli opposti. La decide Sirigu, con i due interventi decisivi a cavallo dell'intervallo su Skriniar e soprattutto su Vecino, che si inserisce sul cross di Nagatomo. Sempre Vecino mette a Sirigu l'ultimo brivido, la traversa a tre minuti dalla fine, ottavo legno della stagione che rende l'Inter la seconda squadra più "sfortunata" della Serie A dopo la Roma.
Borja Valero non basta, che partita Rincon
Borja Valero rimane spesso da uomo più avanzato, alle spalle di Icardi, in fase di non possesso. Anche se il bomber non sempre riesce a dialogare con lo spagnolo, a offrirgli la sponda sul ribaltamento immediato dell'azione. Proprio l'intelligenza tattica, con e senza palla, il senso dell'inserimento e la visione degli spazi, spiega perché ormai da cinque partite di fila Spalletti lo preferisca a Brozovic.
Nel 4-5-1 dei nerazzurri in fase di non possesso di fatto manca un autentico vertice basso del centrocampo. Si alternano, infatti, Vecino e Gagliardini che agisce da equilibratore ma contemporaneamente difende in avanti, chiamato a chiudere Baselli.
Baselli e Rincon, jolly granata
Riportato nella posizione di mezzala di possesso, pericoloso quando può saltare il centrocampo avversario e creare superiorità fra le linee, Baselli dà il meglio. Sua, e non per caso, la migliore occasione del Toro nel primo tempo, figlia dell'ottimo anticipo sul primo palo sul cross di Ansaldi dalla sinistra.
Borja Valero offre, col corpo e con la corsa, sempre una possibilità di ricezione per l'uscita bassa del pallone ai due centrali, Miranda e Skriniar, che più di frequente cerca l'imbucata per verticalizzare subito l'azione. Proprio per questo, Rincon gli sta addosso in una marcatura che diventa quasi a uomo. Questo lo riduce a 22 passaggi, a galleggiare sulla trequarti senza poter andare però in verticale come vorrebbe.
Torino, con Burdisso è un'altra difesa
Burdisso, al debutto stagionale, sfodera un paio di chiusure col mancino nella prima mezz'ora che dettano i temi e i tempi dello spirito difensivo granata. Chiuderà la partita, la prima in sei mesi, a 36 anni, con un contrasto, un intercetto, quattro rinvii e una capacità costante di mantenere e recuperare la posizione davvero invidiabile. Spalletti si spazientisce per le tante, troppe palle perse, e per un ritmo di circolazione di palla non abbastanza alto da aprire lo schieramento difensivo del Torino. La copertura collettiva si sviluppa intorno a uno schieramento chiuso, con i terzini quando Borja Valero o Vecino portano palla nel corridoio centrale si vanno a raccogliere, vanno ad avvolgere gli avversari.
Nel finale, però, dopo i cambi, il Toro fa più fatica. Mihajlovic, bravissimo a costringere dietro gli esterni nerazzurri, concede qualche spazio di troppo quando Spalletti chiama dentro Brozovic per Nagatomo e chiede ai suoi di disporsi a tre per il forcing finale. I due centrali restano un po' sospesi, indecisi su quale posizione tenere con Eder che cambia le velocità e le geometrie di circolazione del pallone negli ultimi venti metri.
Il tabellino del match
- INTER (4-2-3-1): Handanovic; D'Ambrosio, Skriniar, Miranda, Nagatomo (31′ st Brozovic); Vecino, Gagliardini (24′ st Eder); Candreva, Borja Valero, Perisic; Icardi. In panchina: Padelli, Berni, Cancelo, Joao Mario, Ranocchia, Karamoh, Santon, Dalbert. Allenatore: Spalletti.
- TORINO (4-3-3): Sirigu; De Silvestri, Nkoulou, Burdisso, Ansaldi; Obi (28′ st Acquah), Rincon, Baselli; Iago Falque (38′ st Niang), Belotti, Ljajic (44′ st Berenguer). In panchina: Ichazo, Milinkovic-Savic, Molinaro, Valdifiori, Gustafson, Edera, Moretti, Boye', Lyanco. Allenatore: Mihajlovic.
- ARBITRO: Orsato di Schio.
- RETI: 14′ st Iago Falque, 34′ st Eder.
- NOTE: spettatori più di 70.000. Ammoniti: Vecino, Burdisso, Rincon, Sirigu, Obi, Skriniar, Brozovic, Acquah. Angoli: 8-3 per l'Inter. Recupero: 2′; 4