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Mihajlovic, così non ci siamo: anche a Torino senza gioco né idee

Un Diavolo sempre più disperato, incapace di gestire i 90 minuti, senza gioco, idee e soprattutto personalità. Per il serbo il progetto tecnico sembra già involuto ma ci potrebbe essere un sorprendente angelo riparatore: Mario Balotelli. L’ex mela marcia con le qualità e il carisma necessari per poter riemergere.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Milan visto all'Olimpico di Torino è ancora lontano anni luce dall'essere quella squadra che tutti si aspettavano dopo la pausa e – soprattutto – dopo la strigliata del Presidente Berlusconi. Nessun miracolo atteso, ovviamente, ma almeno grinta e cattiveria e magari un pizzico di personalità in campo. Invece, è andato in scena il solito povero Diavolo, incapace di gestire i 90 minuti, mai padrone del proprio destino. Che nel momento in cui ha provato ad alzare la testa ha rischiato di prendere schiaffoni dai granata di Ventura che, malgrado la serata no, hanno rischiato di vincere.

L'unica nota positiva è che il Milan ha in mano un bomber di razza, Carlos Bacca, che non a caso, ha siglato fin qui 4 reti diventando il miglior marcatore rossonero e che contro il Torino – tenuto a riposo per gli impegni in Nazionale – non appena entrato nella ripresa ha timbrato il cartellino nella porta avversaria. Per il resto, però, per Mihajlovic è buio pesto. Non solo non c'è traccia di continuità nel gioco ma anche gli uomini chiamati a sorpresa per cambiare il trend hanno miseramente fallito: Cerci semplicemente inutile, Alex lento e macchinoso, lo stesso Montolivo – comunque tra i meno peggio – sempre più incapace di dare la scossa a centrocampo e Luiz Adriano inconcludente e abbandonato in avanti.

Non è un caso se proprio nel finale è stato il Torino a giocare in crescendo mentre i rossoneri si spegnevano come cerini al vento, rischiando più volte il tracollo. Mihajlovic ci ha provato, cambiando anche assetto con il solo Luiz Adriano di punta aiutato da Cerci e Bonaventura in supporto. Ma anche l'ultima idea è cozzata davanti ad uno stato psicofisico a tratti imbarazzante. Perché se i difetti si palesano in un gioco che latita, il motivo reale di un progetto già involuto dopo soli due mesi è che manca un uomo di personalità e carisma.

Come potrebbe esserlo Mario Balotelli. O meglio il nuovo Mario Balotelli concentrato sulla propria professione e sempre meno attratto dalle distrazioni mondane. A Torino non c'era, complice un infortunio, ma è mancato sia tatticamente che tecnicamente e che potrebbe diventare il ‘salvatore' del Diavolo. Povero, senza coperchi nè pentole e sempre più spesso con la coda tra le gambe a fine partita.

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