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Metodo vecchio o calciatori “egoisti”: le falle nella gestione del gruppo di Ancelotti

Carlo Ancelotti nei mesi scorsi ha incontrato gli studenti dell’Università di Caserta e rispondendo a tante domande ha parlato anche della gestione del gruppo dicendo: “La cosa più complicata è la gestione del gruppo con cui lavori ogni giorno. È un lavoro di squadra ma ci sono sempre tanti egoismi, perché ognuno è abituato a pensare per sé”. Quelle parole pesano tanto se si pensa al Napoli di oggi, ma viene da porsi una domanda sulla gestione del gruppo di Ancelotti che o non ha una squadra particolarmente ricettiva o che forse sta adottando un metodo superato.
A cura di Alessio Morra
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L’allenatore più discusso in quest’inizio di campionato è stato senza dubbio Carlo Ancelotti. Il Napoli è settimo in classifica, una posizione che il club partenopeo non occupava da una decina d’anni. Ma il tecnico emiliano è in assoluto uno dei più grandi allenatori di sempre e anche per questo mesi fa è stato invitato dall’Università Vanvitelli di Caserta, dove ha tenuto una Lectio Magistralis in cui si è soffermato sull’importanza del gruppo. Quelle parole, considerato tutto quello che è successo al Napoli nelle ultime settimane, pesano come pietre e oggi rappresentano uno spunto di riflessione.

L’importanza del gruppo per Ancelotti

Ancelotti ha sempre dato molta importanza al gruppo, molti dei successi ottenuti dalle sue squadre sono dovuti anche all’armonia che è riuscito a creare tra lo staff e i calciatori. Quest’armonia a Napoli però probabilmente manca, e forse non da oggi riascoltando le parole che disse mesi fa:

Il calcio è abbastanza semplice, la cosa più complicata è la gestione del gruppo con il quale lavori ogni giorno. È un lavoro di squadra ma ci sono sempre tanti egoismi, perché ognuno è abituato a pensare per sé.

Il rapporto di Ancelotti con i suoi calciatori

Ha cercato di gestire le sue squadre da buon padre di famiglia Ancelotti che è stato un grande calciatore e sa bene come sono suscettibili le stelle e nei suoi anni da allenatore ha cercato di alternare bastone e carota e spesso, come lui stesso ha raccontato (sempre in quell’incontro a Caserta), ha ricevuto consigli anche da qualche calciatore:

Quando parlo con un giocatore voglio essere al suo stesso piano. Sono dell’idea che bisogna saper ascoltare, tanti giocatori mi hanno dato consigli importanti. Io posso trasmettere quello che ho nella testa, ma poi sono i giocatori ad andare in campo.

L’approccio di Ancelotti forse non è il migliore per il Napoli

Evidentemente, considerati tanti problemi che ha il Napoli anche all’interno dello spogliatoio, l’approccio di Ancelotti con i calciatori partenopei non è il migliore possibile. Non tutti i gruppi sono ricettivi allo stesso modo e il metodo di Carletto non è riuscito ad attecchire completamente. O forse i tempi sono cambiati anche a livello calcistico, è il modello di gestione di Ancelotti potrebbe essere superato.

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