Messi show: a soli 24 anni è già meglio di Pelè e Maradona
Dopo la doppietta di Leo Messi nella prima semifinale di Champions League tra Real Madrid e Barcellona, che ha sancito ancora una volta il potere blaugrana e la genialità della Pulce argentina, si è scatenato il dibattito su chi sia il giocatore più forte di tutti i tempi.
Facile e giusto, oggi, dire Lionel Messi classe '87, argentino di Rosario, al Barcellona dal lontano 2000 quando militava nella ‘Cantera', il settore giovanile dei catalani, e in prima squadra dal 2004.
In sette stagioni, con quella attuale ancora in corso, in Primera Division ha segnato 119 reti (96 negli ultimi tre anni ad una media di 32 gol a campionato); 17 in Copa del Rey, 36 in Champions League. Quest'anno sta viaggiando ad una media di un gol a partita: 31 su 30 in Liga, 7 su 7 in Copa e 11 su 11 partite in Champions League. Mai nessuno come lui negli ultimi vent'anni e ricordando che ha solo 24 anni, il prossimo decennio sembra rimanere saldamente nelle sue mani.
Messi, la pulce, ha un prezzo oggi inestimabile, è l'unico a saper cambiare gli equilibri di una partita ed appare come il giocatore universale che tutti vorrebbero ma nessuno ha, tranne il Barcellona: trequartista geniale, attaccante di razza, rifinitore gentile. I suoi numeri non si contano più così come i suoi allori in azulgrana e personali, tra cui due Palloni d'Oro consecutivi che potrebbero diventare tre, eguagliando il record di un altro grande, Michel Platini che con la maglia della Juventus, tra il 1983 e il 1985 alzò al cielo il trofeo senza rivali.
E qui, dunque, ritorna il giochino dei paragoni e dei confronti. Messi come Platini, Maradona, Ronaldo, Pelè. Chi il migliore di sempre?
Certo, fare paragoni oggi con i miti di un calcio che non c'è più è scorretto: ai tempi di O'Rey non c'era il gioco di oggi, fisico e veloce, cultura dei particolari atletici, esasperazione dell'aspetto tattico sulle qualità tecniche dei singoli.
Allora, Edson Arantes do Nascimento, detto Pelè era immenso per il suo Mondo che per vent'anni l'ha visto trionfare in Brasile con i colori del Santos in una impressionante sequenza di presenze e gol (666 partite per un totale imbarazzante di 648 gol) ma che ha potuto dimostrare le proprie qualità in campo internazionale soltanto attraverso le kermesse mondiali vincendone ben tre nel '58 nel '62 e nel '70 senza mai confrontarsi con il calcio europeo d'allora.
Forse è questa l'unica, vera pecca di un Fenomeno unico che fino ad oggi ha diviso come il sole e la luna, il mondo in due: o Pelè o Maradona, il Pibe de Oro. Eccolo, don Diego, speciale come nessuno mai e di diritto sempre presente nel gioco dei confronti dei talenti del pallone.
Lui, Diego Armando Maradona, ha delineato un continuum con Pelè, suo grande rivale nella memoria collettiva: è lui il calcio nel ventennio tra gli anni 70 e 90.
Due Mondiali vinti con i colori dell'Argentina, i primi strepitosi successi nel Boca Jr e poi l'immensità fatta a calciatore in Europa con la maglia del Barcellona ma soprattutto con i sei anni a Napoli. L'incarnazione del Genio e della Sregolatezza, a Maradona era concesso di tutto perchè lui era capace di tutto: fuori e dentro il terreno di gioco. Meno incisivo, in numeri, di Pelè in fatto di gol (in 588 presenze, ‘solo' 312 reti) ma più decisivo a livello di squadra, capace di imporsi in un calcio che si stava trasformando prendendo le sembianze dell'attuale, riuscendo a vincere e a far vincere in ogni occasione che gli si presentasse. Nel 2000 si è insignito del titolo più prestigioso che uno sportivo possa mai ottenere: è stato eletto da un sondaggio popolare a livello mondiale indetto dalla FIFA miglior calciatore di tutti i tempi col 53,6% dei voti. Un plebiscito.
Certo, nel 2000. Proprio l’anno quando Lionel Messi stava varcando la soglia dei campetti della Cantera di Barcellona, con i suoi problemi legati allo sviluppo e quel fisico troppo fragile per pensare che sarebbe diventato il nuovo Dio del Pallone nel giro di un quinquennio. Oggi, Pelè e Maradona – ma anche gli altri Dei non citati dell'Olimpo del Pallone mondiale, come Platini, Cruijff, Ronaldo – devono fare i conti con la Pulce pronta a superare in numeri, vittorie ma soprattutto in genialità i suoi pari eletti. A 24 anni, dopotutto, dei già citati Signori del Calcio, nessuno aveva dimostrato quanto sta facendo Messi.
E non ce ne voglia Cristiano Ronaldo, stella portoghese ad intermittenza prima del Manchester United ed ora del Real Madrid, se in questo speciale ricordo per esaltare chi ha scritto e chi sta riscrivendo la storia del Pallone, non sia mai stato da noi citato nemmeno una volta.