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Messi rinviato a giudizio per frode fiscale

Il giocatore del Barcellona dovrà rispondere di tre capi d’imputazione per una frode al fisco di 4,1 milioni di euro.
A cura di Alessio Morra
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Leo Messi sarà processato per frode fiscale. Il tribunale di Gavà ha respinto il ricorso che era stato presentato dai legali del numero 10 del Barcellona, che ora dovrà rispondere di tre capi d’imputazione per la frode al fisco di più di quattro milioni di euro riguardante gli anni 2007, 2008 e 2009 relativa alla gestione dei suoi diritti d’immagine. Secondo il giudice la ‘Pulce’ non poteva non sapere ciò che faceva il padre con i suoi soldi. Messi e il padre possono presentare ricorso entro cinque giorni.

Il padre di Messi avrebbe creato un società fittizia per eludere obblighi fiscali

Messi è stato accusato di aver acconsentito alla creazione da parte del padre di una struttura societaria fittizia che aveva il solo scopo di eludere il rispetto degli obblighi fiscali per i proventi dei diritti d’immagine. Per il giudice in un crimine come questo: “Non è necessario che qualcuno abbia la completa conoscenza di tutte la contabilità e le operazioni aziendali né l’esatta quantità, piuttosto è sufficiente essere consapevoli dei disegni per commettere le frodi e acconsentirli”.

Feroci polemiche in Spagna

La decisione del giudice ha creato grandi polemiche. Perché in ballo c’è il nome di Leo Messi, ma anche perché il procuratore del tribunale di Gavà si era dichiarato favorevole all’archiviazione della vicenda, inoltre il calciatore nel 2013 è diventato il primo contribuente di Spagna con 53 milioni di euro pagati all’erario. E negli anni tra il 2010 e il 2012 aveva versato più di ventidue milioni di euro solo per i diritti d’immagine.

Messi disse che non ne sapeva nulla

Messi un anno fa, quando il caso divenne noto all’opinione pubblica, disse di non saperne nulla: “Mio padre Jorge gestisce i miei guadagni, lui da sempre si occupa dei contratti e dell’amministrazione dei miei beni, io penso solo a giocare.”

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