Messi e l’effetto banana, come fa a segnare (quasi) sempre su punizione
Il gol numero 600 in carriera non poteva che arrivare così. Un calcio di punizione imparabile, una traiettoria perfetta che si insacca all'incrocio e non lascia scampo al portiere. La perla su punizione contro il Liverpool rappresenta la specialità della casa per Lionel Messi: il gol del 3-0 che ha virtualmente consegnato la finale di Champions al Barcellona è il 40esimo su calcio da fermo segnato dalla Pulce argentina in maglia blaugrana. Vero asso – dunque – quando a 9,15 metri da lui c'è un muro di uomini: ma come fa Leo Messi ad essere così letale su punizione?
L'allenamento sui tiri piazzati e quel consiglio di Maradona
“Figliolo, vieni qua”. Con queste parole l'allora Ct dell'Argentina Diego Armando Maradona (uno che di punizioni se ne intende) avvicinò Lionel Messi al termine di un allenamento della Selección. La "Pulce" si era fermata con Tevez e Mascherano per provare dei tiri da fermo dopo la sessione quando – dopo averne calciato uno in malo modo – si stava dirigendo seccato verso gli spogliatoi. "Un giocatore come te va a farsi la doccia dopo una porcheria come questa?", gli chiese il preparatore atletico Fernando Signorini; a quel punto intervenne il Pibe.
"Metti qui il pallone e ascoltami – disse a Messi in quel giorno del 2009 – non staccare così presto il piede dalla palla, altrimenti lei non sa quello che vuoi. Non devi trattarla in nessun modo particolare, devi solo farle capire ciò che desideri, e lei capirà".
Sopra la barriera, sotto, di lato: come calcia le punizioni Leo Messi
Il repertorio è vasto, ma eseguito tutto con estrema e sorprendete facilità. Su calcio di punizione Messi sa far gol in tutti i modi. Il suo preferito è sicuramente quello classico, a scavalcare la barriera: l'ha fatto contro il Liverpool, ma quante volte abbiamo visto il pallone staccarsi dal suo piede, superare le teste degli uomini in barriera e poi scendere inesorabilmente verso la porta. Ma la "Pulce" non è nuovo a colpi di genio, e la sua visione di gioco lo rende capace di interpretare il piazzamento del portiere e della barriera per provare a sorprendere gli avversari sull'altro palo: lo sa bene Iraizos – portiere dell'Athletic Bilbao (squadra a cui Leo ha segnato più gol su punizione in carriera, 5) – cui quel passetto verso destra è costato carissimo nel gennaio del 2017.
L'astuzia non gli manca. Così, quando l'angolo sembra troppo complicato o gli uomini in barriera troppo alti, Messi trova sempre una soluzione. A volte la più banale, ma geniale nella sua semplicità. Il pallone non può passare sopra? Allora provo a farlo passare… sotto! Questa volta a farne le spese è Muslera, portiere dell'Uruguay in un match contro l'Argentina per le qualificazioni ai Mondiali del 2014.
Più difficile tecnicamente, e più spettacolare (specie se lo si ammira da dietro), quando la palla gira intorno alla barriera per insaccarsi a fil di palo. Si tratta di un colpo ad effetto che Messi realizza colpendo il pallone con l'interno del collo del piede (sinistro, ovviamente), imprimendo una rotazione che consente alla sfera di curvare e "rientrare" dopo essere passata affianco alla barriera.
Non solo Messi: quando la punizione è un lavoro "di squadra"
La sinergia in campo è fondamentale, sempre. Anche in un momento apparentemente individuale come può essere la battuta di un calcio di punizione. Al Barcellona Messi può fare affidamento su due compagni in particolare: si tratta di Piquè e Busquets, che sistematicamente si aggiungono alla barriera avversaria per ostacolare la visuale al portiere, per poi spostarsi al momento del tiro. Sebbene questo comportamento non sarà più possibile dal prossimo anno, finora ha portato qualche gol in più alla "Pulce". Come quello segnato all'Atletico Madrid nel 2018, quando al segnale inequivocabile di Piquè ("non vede, non vede!") fece partire un tiro che si insaccò spiazzando completamente Oblak. Esultanza, gioia e una risata sorniona: Leo Messi ha segnato ancora.