Messi al Chelsea per 150 milioni

Lionel Messi al Barcellona. Incredibile, eppure i tabloid d'Oltremanica raccontano in maniera dettagliata la trattativa che, se fosse andata in porto, avrebbe segnato uno dei trasferimenti più sfarzosi nella storia del calcio internazionale. Al chiacchiericcio sui (presunti) 200 milioni di euro (160 in sterline) che il Manchester United sarebbe pronto a mettere sul piatto per (ri)portare Cristiano Ronaldo a Old Trafford, si aggiungono le clamorose indiscrezioni lasciate trapelare sul futuro della Pulce blaugrana. Tutto risale all'estate scorsa, prima del Mondiale in Brasile e della sconfitta in finale dell'Argentina contro la Germania. Anche allora si parlava di un possibile addio del quattro volte Pallone d'Oro alla maglia catalana: il Chelsea – fa sapere il Daily Express – sarebbe stato disposto a fare follie pur di vedere il fuoriclasse sudamericano con la maglia dei blues. Allo Stamford Bridge già sognavano un attacco stellare con Lio come stella cometa e José Mourinho suo ‘re magio'… Sì, perché pare sia stato proprio il manager portoghese ad avanzare la particolare richiesta al presidente Abramovich. "Prendiamo Messi", è andata più o meno così, scrive il giornale inglese. Proposta di fronte alla quale il magnate russo non si sarebbe sottratto, studiando anche un piano calibrato su costi/ricavi, termini e proporzioni economiche di un'operazione da mille e una notte, benefici sportivi, rilancio del merchandising… una strategia di mercato per un calciatore che vale una multinazionale, è un brand.
Messi al Chelsea, l'offerta era di 150 milioni di euro
Centocinquanta milioni di euro, una montagna di denaro. Tanti soldi, abbastanza da creare imbarazzo (perché quando ti offrono cifre del genere è quasi un delitto non prendere anche solo in ipotesi la possibilità di una cessione) e alimentare dubbi nella dirigenza catalana, bloccata pure dalla sanzione della Fifa per la violazione della normativa sul reclutamento dei calciatori minorenni da svezzare nella cantera. La trattativa ci fu, conclude il Daily Express, a testimonianza che la permanenza di Messi in Spagna non è più un totem.