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Mercato flop per la Roma: meno competitiva e con meno soldi in cassa

Un’estate da dimenticare per i giallorossi: prima il traferimento di Pjanic alla Juve, poi l’eliminazione dalla Champions. Due sberle che hanno messo ko il club sul mercato ricco di soldi spesi e di colpi falliti e nessun reale acquisto in grado di alzarne la qualità.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è stata un'estate da campioni. La Roma ha subito due smacchi importanti che ne hanno già condizionato il rendimento e gli obiettivi. L'esclusione dalla Champions League è stato uno schiaffo in pieno volto proprio nel momento in cui si stavano delineando le strategie tecniche e societarie. Che si sono ridimensionate subito, andando ad incidere anche sul mercato. Ma prima ancora, c'era stata la scoppola arrivata dalla cessione rumorosa di Miralem Pjanic alla Juventus, eterna rivale che aveva sottratto a inizio sessione, il bosniaco portandolo alla corte di Allegri tra mille malumori e polemiche capitoline. Così, oggi, Spalletti ha in mano una rosa più debole rispetto alla scorsa stagione e Sabatini una società con i conti i rosso. Un inizio davvero niente male.

Soldi mal spesi – I conti non tornano in casa Pallotta, dove le casse sono un po' più vuote rispetto al recente passato in un club in cui il presidente si ostina a dirigere tutto da lontano delegando e affidando i compiti a uomini di fiducia ed esperti ma senza mai far sentire la propria presenza a giocatori e tifosi. La Roma ha chiuso il calciomercato senza il botto finale e con un passivo che, tra entrate e uscite, ammonta a circa sei milioni di euro. Il tutto è dunque rimandato alla sessione invernale dove per forza di cose bisognerà tornare ad intervenire su una rosa incompleta.

Una rosa più debole – Rispetto all'ultima stagione, la Roma si è indebolita: la partenza di Pjanic non è stata adeguatamente rimpiazzata. Spalletti ha deciso di puntare sulla doppia scommessa interna Paredes-Strootman: si può fare, ma è un rischio altissimo che potrebbe rivelarsi un azzardo difficile da spiegare ai tifosi. Non è stato nemmeno rifondato il gruppo, tenendo in rosa i soliti ‘vecchietti', come capitan Totti e l'ex capitan futuro De Rossi. Sono mancati innesti in difesa, dove è partito Castan, si è fermato Rudiger, si sono salutati Maicon e Digne senza innesti all'altezza. Florenzi è stato retrocesso forzatamente esterno in difesa, in attesa di assemblare i vari Bruno Peres, Vermaelen e Juan Jesus.

Tutti i colpi a vuoto – Poi ci sono stati i colpi mancati: in attacco non è arrivato nessuno, ripuntando tutto su Dzeko mentre a centrocampo si è lavorato molto ma raccolto pochissimo. L'arrivo di Wilshere dall'Arsenal sembrava cosa fatta anche grazie all'intermediazione di Franco Baldini, ma l'affare è sfumato. Così come il possibile inserimento di Grenier con il Lione, oltre a Belhanda dalla Dinamo Kiev e di Rincon dal Genoa.

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