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Maurizio Sarri sfida Pep Guardiola, ce la farà a vincere finalmente in Premier?

Maurizio Sarri con il suo Chelsea è per tutti gli addetti ai lavori inglesi l’unico che può ragionevolmente insidiare il Manchester City del suo grande amico Pep Guardiola nella prossima Premier League 2018-2019. Il terzo tenore in panchina non può che essere José Mourinho, il quale però arriva a questa sua prima partita della stagione con più grattacapi che forti motivazioni.
A cura di Jvan Sica
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Sembra incredibile e invece è proprio così. Nel campionato migliore di tutti per quantità di talento diffuso nelle diverse squadre, più ricco di tutti, più glamour di tutti e più interessante di tutti anche per capire come si muoverà il calcio del futuro prossimo, l’uomo più atteso è un allenatore di 59 anni, nato a Napoli e cresciuto in provincia di Arezzo. Un allenatore che non ha mai giocato a pallone ad alti livelli. Maurizio Sarri con il suo Chelsea è per tutti gli addetti ai lavori inglesi l’unico che può ragionevolmente insidiare il Manchester City del suo grande amico Pep Guardiola nella prossima Premier League 2018-2019, che prenderà il via stasera con il match già molto interessante fra Manchester United e Leicester.

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Tutti credono che Sarri possa infastidire Guardiola perché il successo del City dello scorso anno non è stato semplicemente la vittoria di una grande squadra con grandi giocatori, ma soprattutto la vittoria di un’idea di calcio che in questo momento nessuno riesce nemmeno ad avvicinare in Inghilterra, nella speranza che proprio l’allenatore italiano possa invece portare quel vento che può dare fastidio alla corazzata di Mansur bin Zayd Al Nahyan.

Il Chelsea ha fatto poco di sensazionale sul mercato, se non cedere Courtois e prendere lo spagnolo Kepa per la porta. L’unico acquisto però fondamentale sarà Jorginho. Era lui nel Napoli a gestire l’orchestra. Riuscirà a farlo anche fra i campioni del Chelsea e nella tonnara fisica della Premier League? Anche Guardiola dal canto suo ha ritoccato poco la sua squadra. Mahrez è un’arma in più sugli esterni, ma il calciatore che potrebbe brillare definitivamente è l’australiano Arzani, che ha fatto vedere spunti intriganti ai Mondiali.

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Il terzo tenore in panchina non può che essere José Mourinho, il quale però arriva a questa sua prima partita della stagione con più grattacapi che forti motivazioni. La voglia di battere Guardiola c’è ed è fortissima, ma per la prima volta nella sua carriera sembra esserci uno scollamento fra alcuni dei suoi uomini migliori e chi li guida dalla panchina. Pogba non ha reso lo scorso anno e ha chiaramente dimostrato, con una serie di atteggiamenti e mezze parole, che la Juventus o il Barcellona per lui sarebbero state destinazioni molto gradite, come lo stesso Martial è andato in rotta di collisione con il tecnico portoghese in questo precampionato. Per la prima volta sembra che Mourinho non abbia in mano l’intero giocattolo e questo sarà uno dei temi più interessanti della stagione che va ad iniziare.

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Altro tema di grande interesse sarà anche l’Arsenal senza Wenger dopo 22 anni di servizio sulla panchina dei Gunners. Il nuovo tecnico, Emery, ha le idee chiare e vuole ricostruire in grande il suo miracolo Siviglia. Nel mercato estivo ha preso giocatori di corsa come Lichetsteiner e Torreira, insieme a gente di esperienza e abituati alla lotta come Sokratis. L’Arsenal paillettes degli anni di Wenger non ci sarà più, dovremo abituarci ad una squadra molto più vicina al Boring Arsenal degli anni passati.

Everton mina vagante. Il bello della Premier League è che ogni partita può essere molto insidiosa (ricordate la serie A degli Anni ’90, quanta nostalgia…) e tante squadre si presentano alla partenza del campionato molto rinforzate. Un esempio è l’Everton che sulla dead-line del mercato inglese ha piazzato tre colpi sensazionali: Yerry Mina dal Barcellona, il difensore-goleador della Colombia ai Mondiali, il portoghese André Gomes, sempre dai blaugrana a centrocampo, e Bernard, il tecnico centrocampista brasiliano dallo Shakthar. Insieme agli ottimi acquisti Digne, Richarlison e Sandro Ramirez, l’Everton diventa una mina vagante molto pericolosa. Se i Toffees hanno cambiato tanto, il Tottenham ha messo un record impensabile nel calcio moderno: non ha fatto nessun acquisto. Davvero strano, ma se ricordiamo che la bella Inghilterra dei Mondiali di Russia si reggeva sui giocatori forti e giovani degli Spurs, Kane, Alli e Trippier su tutti, vien da sé che ritoccare una squadra del genere sarebbe stato davvero difficile e inutilmente rischioso.

A cambiare nei punti giusti invece è stato il Liverpool. Ripensare ad un Karius titolare dopo la finale di Champions League era difficile e allora perché non prendere quello che può diventare senza affanni il miglior portiere al mondo: i 62,50 milioni di euro pagati per Alisson sono un investimento che può andare a buon fine. Al portiere del Brasile, Klopp ha aggiunto anche Fabinho dal Monaco e Naby Keita dal Lipsia, acquisti molto interessanti per migliorare una squadra che tutti aspettano lotti anche per il titolo casalingo.

Le altre poi sono tutte squadre ottime, da considerare e ammirare giornata per giornata. Il Newcastle di Benitez ha preso il giapponese Muto e lo svizzero Schär per dare più equilibrio alla squadra, il West Ham ha fatto una campagna acquisti ambiziosa, comprando Felipe Anderson dalla Lazio, Issa Diop dal Tolosa e Yarmolenko dal Borussia Dortmund, il Watford ha preso Delofeu e Adam Masina, il Brighton l’interessantissimo iraniano Jahanbakhsh, i Wolves due portoghesi che cambieranno la squadra, Jota e Moutinho, e infine il Fulham può dare fastidio a tutti, con Seri centrale di difesa e Mitrovic al centro dell’attacco. Siamo pronti ad ammirare il campionato più bello del mondo. Il payoff lo abbiamo inventato noi, ma adesso è roba loro.

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