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Matthew Le Tissier, il simbolo di Southampton

Le God è il vero rifermento calcistico, e non solo, della cittadina dell’Hampshire. Lo scorso 16 ottobre ha compiuto 48 anni ma le sue giocate sono ancora impresse nelle menti dei tifosi dei Saints. Ha rifiutato contratti milionari e club al top per restare con la maglia biancorossa: un eroe o un semplice “freak”, come ama definirsi lui?
A cura di Vito Lamorte
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Quando si pensa a Southampton, nella maggior parte dei casi, si fa riferimento al porto dove salpò il Titanic e a Craig David ma se parliamo di football c’è un uomo che più di tutti ha esaltato questo piccolo centro della contea dell’Hampshire: parliamo di Le God, ovvero Matthew Paul Le Tissier, uno dei talenti più brillanti mai ammirati nella terra di Albione.

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Il suo percorso inizia a Guernsey, un’isola sperduta nel panorama della Manica, più vicina alla Francia che all’Inghilterra, famosa per aver ospitato l’esilio di Victor Hugo tra il 1851 e il 1870, quando ha scritto ‘I Miserabili’. Da qui Matt, nel 1985, si trasferisce a Southampton che non è esattamente il posto in cui si sogna di passare il resto della propria vita ma diventa casa sua da subito e lo sarà fino al 2002. Entra nelle giovanili dei Saints e dopo qualche anno è l’idolo di una città intera. Matt è un vero prodigio: un fantasista di quelli veri, come non ne se ne vedono più.

Un trequartista col 7

Il suo piede destro, o il suo calco, potrebbe essere portato in un museo e ammirato per come riusciva a calciare e controllare la palla. Stop, controllo, tiro: riusciva a stupire con i fondamentali, non c’era bisogno della super giocata o di chissà quale dribbling fantascientifico. Le Tissier avrebbe preso la porta anche se lo avessero bendato e le statistiche lo confermano: 162 reti in 443 partite di Premier League, 48 rigori segnati dei 49 calciati in carriera. Medie di tutto rispetto per un centrocampista. Un fenomeno vero che non ha mai voluto fare il salto di qualità e con quel sette appiccicato alle strisce dei Saints scaricava il suo destro da qualsiasi parte del campo. Una vera disgrazia per i portieri avversari.

“No, thanks”

Sono arrivate tante richieste per questo straordinario giocatore: dall’Arsenal nel 1991, poi il Chelsea e il Tottenham, fino al Manchester United di Alex Ferguson, che nel 1994 avrebbe fatto carte false per affiancare Le God a Le Roi, Eric Cantona, ma lui ha sempre risposto con un semplice "No, thanks". La moglie Cathy, nel 1997, prima di andarsene di casa gli disse:

A Southampton ci stai bene solo tu, non combinerai mai niente. Ti sei creato la tua corte dei miracoli qui, a duecento chilometri dal calcio che conta.

Ha rifiutato contratti milionari, trofei importanti e la possibilità di essere considerato seriamente per un posto nella nazionale inglese, forse l’unico rimpianto della sua carriera. La possibilità di vestire la maglia dei Tre Leoni gli venne data solamente per otto volte ma sempre per scampoli di partita. Alan Shearer, storico bomber e capitano dell'Inghilterra, per la prefazione di "Taking Le Tiss" ha affermato:

Una volta che lo conoscevi ti rendevi conto che ci teneva fortemente a segnare e vincere. E al Southampton. Ecco perchè è rimasto lì per l’intera carriera nonostante avesse un’ampia scelta. Ha avuto tantissime opportunità per andarsene, ma non ha mai capito perchè avrebbe dovuto. C’è da applaudirlo, perchè una fedeltà del genere è decisamente rara.

L’ultimo The Dell

Siamo nel 2001, il 19 maggio. The Dell, lo storico stadio del Southampton, chiude dopo 103 anni di storia per lasciare spazio a un impianto nuovo, il St. Mary's Stadium, e l’ultima gara è contro l’Arsenal, una delle squadre che aveva cercato di acquistare Le Tissier anni addietro. Si tratta di una gara inutile per la classifica e il 7 entra solo a venti minuti dalla fine perchè rientra dopo un grave infortunio. Al minuto 89 il risultato è sul 2 a 2: lancio lungo del portiere con respinta dalla difesa dei Gunners sui piedi di Le God che controlla la palla e la mette sotto l’incrocio. Vittoria finale per i Saints e festa grande al The Dell. Un cerchio che si chiude in maniera meravigliosa. La sua ultima partita con il club biancorosso è datata 30 gennaio del 2002 contro il West Ham.

Le God e i Saints

Il calcio è cambiato tanto e molto velocemente. Ci sono calciatori che sentono particolarmente la maglia che portano e in alcune situazioni capita di vederli militare sempre con la stessa squadra, altri che cambiano senza una meta precisa e ce ne sono alcuni che, semplicemente, fanno una scelta. Non è un percorso simile per tutti: ci sono tante situazioni che portano a prendere determinate decisioni ma non si può capire o spiegare il perché. Le Tissier è uno di questi. Nella contea dell’Hampshire ha trovato il suo equilibrio ed è diventato Le God tra i Saints (“i santi”) ma lui ama definirsi “un semplice freak”. C’è chi lo definisce ‘eroe' ma chi è davvero Matthew Le Tissier da Saint Peter Port? Di sicuro un calciatore con un talento incredibile che ci ha regalato una storia meravigliosa, di una calcio che ormai non c'è più.

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