Massimo De Santis chiede 21 milioni di risarcimento all’Inter per spionaggio: come Bobo Vieri

Continua a piovere sul bagnato in casa Inter: mentre il campionato è partito in salita e Claudio Ranieri sta fancedo i conti con una rimonta difficile costellata da infortuni importanti (l'ultimo è lo stop di Forlan per 15 giorni); mentre in Champions League pesa ancora come un macigno la sconfitta interna al debutto contro il Trabzonspor; mentre la Juventus sta ancora spintonando per lo scudetto 2006 e il Tnas dirà se è competente per deliberare una decisione chiarificatrice; mentre Luciano Moggi dal tribunale di Napoli insiste a difendersi incolpando i nerazzurri di collusione con Calciopoli. Mentre avviene tutto ciò, in casa interista arriva anche l'ennesima tegola, commissionata dall'ex arbitro Massimo De Santis, un "vecchio" nemico che oggi giura "vendetta" verso Massimo Moratti. Una "vendetta" di 21 milioni di euro: tanto l'ex direttore di gara ha richiesto ufficialmente all'Inter quale risarcimento per essere stato "spiato" e "seguito" in modo illegittimo.

Sotto accusa, l'operazione "Ladroni" e il caso "Telecom"
Massimo De Santis è l’ex arbitro internazionale coinvolto nello scandalo di Calciopoli del 2006, uno dei "nomi" più coinvolti, insieme a quelli dei designatori Pairetto e Bergamo, alla triade Moggi-Bettega-Giraudo, ai vertici federali con Carraro e Mazzini. Adesso De Santis ritorna in Tribunale, questa volta come parte lesa, attaccando Massimo Moratti e il suo club, chiedendo 21 milioni di euro di risarcimento. Davanti al giudice civile di Milano vuole trascinare il patron nerazzurro insieme a Tronchetti Provera, Giuliano Tavaroli, Emanuele Cipriani e Caterina Agata Plateo, ovvero alcuni dei protago nisti dell’inchiesta "Ladroni", tutti colpevoli di avergli rovinato la vita. Il caso è quello noto come "Telecom", con pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, verifiche su conti correnti e pedinamenti che coinvolsero, all’epoca, anche alcuni personaggi dello sport, da Bobo Vieri a, appunto, Massimo De Santis. "E Calciopoli ha avuto questa genesi, una genesi dalla natura il lecita" ha confermato l’avvocato Paolo Gallinelli che, con il collega Federico Lucarelli, ha firmato il ricorso presso il Tribunale Civile di Milano. Insomma, non ci fosse stata la "natura illecita della condotta posta in essere dalla F.C. Internazionale", non ci sarebbe stato neanche lo scandalo che ha fatto tremare il calcio nel 2006, nato, secondo la difesa di De Santis, da un clamoroso errore e da una clamorosa ingiustizia.

De Santis vittima di uno spionaggio da servizi segreti dell'Eruopa dell'Est
Nel ricorso al tribunale civile di Milano si ripercorrono le principali tappe della vicenda, avvalendosi della sentenza emessa il 28 maggio 2010 dal Gup Mariolina Panasiti a conclusione del rito abbreviato. Ci sono i verbali di in terrogatorio di Cipriani, l'investrigatore, dove si legge tra l'altro che "nelle in tenzioni dell’Inter, così come segnala tomi da Tavaroli, era opportuno che l’investigazione non risultasse o comunque fosse diffi cilmente individuabile". Poi le frasi di Tavaroli, il mandante nerazzurro, quindi il verbale di udienza preliminare di Tronchetti Provera, allora a capo della Telecom, ed infine, le dichiarazioni dello stesso Moratti davanti all’Ufficio Indagini della Federcalcio. De Santis chiede all’Inter un risarcimento di 21 milioni sostanzialmente per tre motivi: a) l’illecita raccolta dei dati personali; b) l’elevato numero di soggetti che hanno eseguito la gamma di attività illecite; c) la diffusione a carattere nazionale dell’esistenza del ‘dossier' a carico dello stesso De Santis, diventato, suo malgrado,"inconsapevolmente vittima di una situazione perniciosa e mortificante come il protagonista del noto film “ The Truman Show” o peggio, degli “indesiderati” ai regimi totalitari, spiati dai servizi segreti".

Il caso Vieri ha fatto scuola ma De Santis chiede 21 milioni solo per "principio"
Il caso di Christian Vieri evidentemente ha fatto giurisprudenza. La richiesta di risarcimento shock da 21 milioni di euro avanzata dall’ex centravanti dell’Inter al patron Massimo Moratti, in merito alla vicenda dei pedinamenti da parte della security della Telecom di Marco Tronchetti Provera, vice-presidente nerazzurro, non è rimasta fine a se stessa e questa volta è il turno dell’ex arbitro romano Massimo De Santis, che proprio a Vieri si ispira in modo diretto. Non a caso, nella memoria difensiva si legge a chiare lettere: "codesto Ill.mo Tribunale terrà in debito conto, quale parametro, le som me richieste ed i risarcimenti accordati in favore di altri sog getti che hanno subito dalla me desima convenuta analoghe il legittime condotte".
Vieri docet.
La cifra di 21 milioni non è quella pretesa dalla parte offesa, ma è frutto della valutazione di una situazione simile come quella rappresentata da Bobo Vieri. La mossa dell’avvocato Gallinelli arriva dopo che una lettera inviata presso la sede della società nerazzurra non ha mai ricevuto risposta. Ora il Tribunale ha 60 giorni di tempo per convocare le parti e tentare una conciliazione; se non si arrivasse a un accordo, sarebbe automatico fissare una data per la prima udienza. "Si tratta – ha detto il legale di De Santis a proposito del ricorso per risarcimento danni – innanzitutto di una questione di principio, al fine di dissipare l'alone di sospetti intorno all'ex arbitro coinvolto nella vicenda Calciopoli".