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Martin Jørgensen annuncia l’addio al calcio

Il danese lascia dopo ventidue anni di onorata carriera, di cui la metà passati in Italia tra Udinese e Fiorentina.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Martin Jørgensen lascia il calcio giocato: il centrocampista danese, una vita in Italia tra Udinese e Fiorentina, lascia così dopo ventidue anni di calcio ad alti livelli. Un precursore di quelli che oggi si chiamano "esterni d'attacco", anche se lui ha sempre giocato a centrocampo, ricoprendo un po' tutti i ruoli, e talvolta nei tridenti veri e propri, come ala offensiva. Per lui, a 39 anni, è arrivato il momento di dire basta: lo ha annunciato dal portale dell'Aarhus, club danese nel quale ha esordito nel 1993 e dove è tornato a giocare una volta lasciata la Fiorentina. "E' stata una decisione sofferta", ha spiegato il danese, "il calcio continua a divertirmi, ma il mio fisico inizia a risentirne. E quando la gioia viene smorzata dal dolore e dalla fatica, è il momento di lasciare".

Nato il 6 ottobre 1975 ad Ørsted, Martin Jørgensen è poi cresciuto nelle giovanili dell'Aarhus, storico club danese che milita nella Superligaen. Con i Hvide (i "bianchi"), esordisce nel 1993 e nel giro di quattro anni si mette in mostra: l'Udinese, nel 1997, lo porta in Friuli e lui diventa un centrocampista in grado di fare la differenza. Con 218 presenze in bianconero e 32 reti in sette anni, farà parte della "Grande Udinese" capace di arrivare al 3° posto in campionato e di qualificarsi così per la Champions League, vincendo anche una Coppa Intertoto. Nel 2004 passa alla Fiorentina, dove in cinque anni a mezzo colleziona 182 presenze e segna 17 reti. A gennaio 2010, chiede la cessione: a 35 anni, vuole tornare a casa. Torna all'Aarhus, dove gioca regolarmente da quattro anni. Oggi chiude con 203 presenze e 22 reti, con una Coppa di Danimarca all'attivo. In totale, lascia dopo 603 presenze tra i professionisti e 73 reti. Senza dimenticare le oltre 100 presenze con la maglia della Danimarca, con la cui maglia ha giocato due Europei (2000 e 2004) e tre Mondiali (1998, 2002, 2010). Chiude così una leggenda del calcio danese, e non solo.

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