Mario Sconcerti: “Il calcioscommesse è un problema mondiale, più grave del doping”
Anni fa, uno dei tormentoni più utilizzati in "Mai dire gol", era: "E' un calcio malato!". Un'incipit che, in quel contesto, faceva sorridere e, probabilmente, avrebbe dovuto anche far riflettere. Oggi, come oggi, c'è purtroppo poco da ridere: anzi! L'ennesima notizia "bomba", cascata sulla testa di milioni di appassionati nelle prime ore del mattino, ha lasciato increduli e sgomenti sia i tifosi quanto gli addetti ai lavori. Ne parliamo con Mario Sconcerti, illustre firma del Corriere della Sera e apprezzato opinionista di Sky.
AP: Buongiorno Dott. Sconcerti, questa mattina il calcio italiano si è svegliato grazie al "tintinnìo" delle manette e con l'arrivo della Polizia, nel ritiro azzurro di Coverciano. Siamo davanti all'ennesima pagina "nera" del sport più seguito in Italia. Che idea si è fatto di questo scandalo e degli ultimi sviluppi?
MS: Sono, più che altro, rimasto colpito dal coinvolgimento di Domenico Criscito. Degli altri indagati, in realtà, se ne parlava già da tempo. Purtroppo, credo che ci dovremmo abituare. Siamo di fronte ad un "fenomeno" mondiale, destinato ad allargarsi, che coinvolge 43 paesi. Sono molti i paesi, infatti, che sono sotto attacco degli scommettitori. Noi siamo il quinto o il sesto paese in ordine d'importanza. Prima di noi vengono, tra gli altri, Grecia, Israele, Finlandia. Purtroppo, siamo in prima linea anche noi.
AP: Nelle ultime ore, sono arrivate puntuali anche le dichiarazioni di procuratori e di persone vicine ai giocatori arrestati. Ovviamente, tutti gridano al complotto e all'innocenza. Lei crede a queste dichiarazioni?
MS: Più che altro, ci spero. Mi auguro che siano vere anche perchè, in genere, quando la gente finisce in carcere non mi fa mai piacere. Per chiamare in causa e arrestare Mauri, ad esempio, probabilmente ci deve essere qualcosa in più rispetto alla famosa fotografia scattata con un signore compromesso. La foto in questione, presa da sola, ha secondo me poca rilevanza poichè un giocatore una foto del genere, è solito farla quotidianamente. Sono molte le persone con cui, un giocatore, accetta di farsi scattare una foto e tutto ciò non vuol dire, automaticamente, che ci sia una connessione malavitosa con il personaggio ritratto nell'immagine. Ci deve essere per forza qualcosa di più, nei confronti degli arrestati, per essere arrivati all'operazione di stamattina. Comunque, in genere, tra un calciatore ed un giudice, sono più portato a credere ad un giudice.
AP: Questa operazione ha, ovviamente, creato un danno incalcolabile per i diretti interessati, specialmente per Antonio Conte. Come giudica la posizione del tecnico campione d'Italia?
MS: E', ovviamente, un grosso problema per i diretti interessati. Se ci sarà un danno, al massimo, lo si calcolerà alla fine. Ricordiamoci, comunque, che le persone hanno diritto ad essere innocenti fino a prova contraria. Quì siamo nel penale, non nello sportivo. Nell'ambito sportivo, si è colpevoli finchè non si prova la nostra innocenza, nel penale è l'opposto. Io credo che sia giusto aspettare tutti quanti qualcosa di più dalle indagini.
AP: Il tifoso medio si chiede com'è possibile che giocatori miliardari riescano a cadere in queste "tentazioni".
MS: Ho l'impressione che ci sia molta ignoranza e che si vada avanti a "slogan". Per esempio, il vero problema delle scommesse sono addirittura i giovani delle squadre giovanili, delle squadre dilettanti. Non si vanno, necessariamente, a cercare quelli che hanno più soldi. Si riescono ad avere grosse vincite anche giocando sui dilettanti.
AP: Un'ultima domanda: come si può uscire da tutto questo? Lei è d'accordo con Platini che sostiene che chi ha sbagliato deve essere messo fuori dal calcio per sempre?
MS: In linea di massima, sono d'accordo con lui. Su questo, siamo tutti d'accordo. L'unica possibilità che abbiamo, per limitare e risolvere il problema, è monitorare le scommesse su qualunque tipo di partita. Ci sono già delle agenzie internazionali che riescono a monitorare la quantità di gioco sulla singola partita. Dobbiamo monitorare e segnalare movimenti anomali. Per esempio, la Lega Pro lo sta già facendo da un anno. Credo che questa, insieme a delle punizioni estremamente severe, sia l'unica possibilità per arginare il fenomeno.