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Maradona prova il dribbling più difficile contro il fisco italiano che pretende 40 milioni

El Pibe de Oro si dichiara perseguitato e vittima. Eppure il Fisco ha pochi dubbi: tra interessi e Irpef non versata, Maradona ha un debito verso lo Stato italiano di quasi 40 milioni di euro. Non è il primo caso di personaggio pubblico che ha problemi con l’Erario ma questa volta non si accettano nè sconti nè compromessi come accadde per Tomba, Cipollini o Valentino Rossi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Diego e il fisco

Non è proprio il suo periodo o forse non lo è mai stato da un punto di vista mediatico e comunicativo. Fatto sta che Diego Armando Maradona é tornato alla ribalta delle cronache extracalcistiche. Mentre allena nell'indifferenza generale l'Al Wasl in Arabia, ricoperto dai petroldollari degli sceicchi, il suo nome – e le sue dichiarazioni – sono apparse sulle prime pagine dei quotidiani per i problemi con il fisco italiano e per l'ennesima ‘sparata' gratuita verso il suo odiato e storico rivale Pelè.
Qualcuno, come ad esempio amici di lunga data che l'hanno sempre difeso, estimatori, tifosi ed esteti del mito Maradona potrebbero asserire che ‘Dio' Diego puó dire e  fare tutto ció che desidera perchè agli Dei è concesso tutto. Ma non è proprio così anche perchè, ad esempio, il fisco italiano non è d'accordo con questa tesi e ha giá giurato di riavere dal campione argentino fino all'ultimo centesimo dei quasi 40 milioni di euro che Maradona deve versare dal lontano 1993. Non riuscendo a farlo fino ad oggi in nessun altro modo se non pignorando, ogni volta che El Pibe varcava i confini italiani, i suoi orecchini (come il brillantino storico, sequestrato e rivenduto su ebay a 25 mila euro), i suoi rolex (due, uno per polso) e i suoi compensi pe trasmissioni tv (come il cachè offerto per "Ballando con le stelle" andato quasi per intero nelle casse esattoriali prima che venisse sospesa definitivamente la sua partecipazione).

"Cio che lo Stato italiano chiede a Diego Armando Maradona non è altro che la restituzione dei soldi mai versati verso il fisco italiano. Soldi che sono dei contribuenti, anche suoi signor Bagni". Cosí, il responsabildi Equitalia aveva giá liquidato la pratica relativa al Pibe de Oro per i mancati versamenti irpef. E il riferimento a Salvatore Bagni, storico compagno, amico, confidente e difensore di Mardona,  era il monito che lo Stato non avrebbe accettato compromessi e sconti. Difficilmente dunque al Pibe riuscirá un dribbling contro gli esattori italiani, mastini ben piú ruvidi e determinati delle decine di difensori di mezzo mondo ubriacati dalle finte di Diego.

Diego e il fisco

Gli è riuscito meglio l'ennesimo tunnel al rivale storico di sempre, Pelè, mal sopportato e sempre osteggiato in una rivalità che è andata ben oltre la sfera sportiva. "Se Pelè pensa di essere il Beethoven del calcio, io sono un misto tra Ron Wood, Keith Richards e Bono degli U2 perchè io ero la passione del calcio". Una provocazione ben riuscita, propria nelle corde di Diego Armando Maradona, durante una conferenza stampa alla vigilia della gara della sua squadra. Un affondo ‘spietato' contro Pelè,  degno dei tempi migliori, che trova il suo apice nell'ironia finale: "Ogni volta che prende la pillola sbagliata, Pelè se ne esce con una dichiarazione folle. In realtà sarebbe meglio se cambiasse medico". Sarcasmo che però non lo aiuterá contro il fisco italiano che non accetterà sconti e nemmeno gli ultimi disperati tentativi sono andati a segno.

Eccone di seguito un veloce elenco:
1) Coinvolgere – o portare alla sommossa popolare – i tifosi partenopei che l'hanno sempre trattato come una divinitá perdonandogli qualsiasi cosa. La dichiarazione "…un giorno mi piacerebbe allenare il Napoli ma lo Stato italiano non me lo permette" altro non è che una sottile "chiamata alle armi" per andare a soccorso dell'intramontabile campione. Parole non cadute nel vuoto visto che c'era chi aveva promosso anche una partita al San Paolo dedicata esclusivamente a Maradona il cui incasso da tutto esaurito sarebbe stato girato alla causa di Diego verso lo Stato Italiano. Peccato che per coprire un debito di 40 milioni i vorrebbe quasi un intero campionato di sold out…
2) rilasciare una lunga intervista che dimostrava – secondo un copione dettato dagli stessi legali di Diego – come il debito verso il fisco italiano non fosse direttamente suo ma di chi gli era attorno in quel periodo e ci speculó sopra. "Ho sempre pagato tutte le tasse di cui ero a conoscenza", può essere considerata la frase-chiave del tentativo di ‘commuovere' le istituzioni che, però, sembrano andare diritti nella loro strada.
3) "La colpa non è mia, ma di Ferlaino" e "Se me lo si permettesse verrei in Italia per chiarire il tutto" sono gli ultimi colpi a salve sparati per creare baccano, visto che nessuno ha mai impedito a Maradona di ‘costituirsi' e ripetutamente in passato era venuto in Italia per vie più o meno ufficiali. Oltre a ricordare che il nome iscritto è sempre e solo il suo non quello di altri, presidenti o procuratori o faccendieri che lo circondavano, e oggi il debito è sempre e solo suo.

Diego e il fisco

Il tempo dei balocchi e dei compromessi è finito. Non c'è spazio per compromessi come avvenne per altri precedenti illustri personaggi dello spettacolo e dello sport italiani, tra cui i cantanti Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Luciano Pavarotti o come gli sportivi Mario Cipollini, Alberto Tomba e Valentino Rossi. Per loro, infatti, anche se in tempi e modi differenti, ci furono patteggiamenti con il fisco italiano che siu ‘accontentò' di riavere solo parte del maltolto.
Oggi, in un momento storico ed economico particolare, con un fisco che sta utilizzando la tolleranza zero verso i contribuenti e con i controlli anti-evasione mai così rigidi e intrasigenti in un'Italia in ginocchio, sarebbe quantomeno giusto che un personaggio famoso e amato come Maradona restasse almeno in silenzio, accettando ciò che gli è correttamente richiesto di pagare. Sarebbe una questione di equitá, anzi di Equitalia.

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