Mandzukic dimenticato, perché è giusto recuperare il croato
Nella Juventus già lanciata in campionato a punteggio pieno e reduce dall'esordio – non del tutto convincente – in Champions League, si assiste a una scelta insolita e per certi versi inattesa da parte di mister Allegri. Il tecnico toscano, generalmente prudente nell'impiego dei nuovi arrivati e più propenso a un inserimento graduale (per informazioni chiedere al Morata di due anni fa, al Dybala dello scorso, o a Pjaca), infatti, sembra aver modificato la sua impostazione nella gestione di Higuain. Il campione argentino, promosso titolare contro il Sassuolo, si è visto confermare anche contro il Siviglia in Europa, quando da più parti ci si sarebbe aspettati una Juve più tradizionale e con il tandem consolidato composto da Dyabala e Mandzukic.

Proprio il croato appare il grande escluso di queste ultime settimane, nonostante l'apporto strategico-tattico offerto alla causa bianconera e la predilezione mai nascosta da Allegri. La prossima, contro l'Inter, potrebbe essere la terza panchina di fila. Ecco perché oggi vogliamo provare a mettere in fila le tre ragioni per recuperarlo e le tre per proseguire con il discorso avviato in questi giorni.
Tre motivi per recuperarlo
1. Uomo squadra come pochi. Generoso, caratteriale, attento, capace di farsi in quattro per i compagni e di spendersi in ripiegamenti profondi sino al limite della propria area. Un potenziale del genere non può essere disperso, specie per provare ad andare il più avanti possibile nella campagna europea.
2. Perfettamente integrato nel sistema di Allegri. Il tecnico bianconero sa cosa può ottenere dal croato: disciplina tattica, lettura del gioco, capacità di far reparto da solo e di far salire la squadra. Qualità meno spiccate in Higuain che concentra buona parte del suo potenziale in area di rigore.
3. Meglio non sfiduciarlo. Un campione del calibro di Mandzukic e con la sua esperienza deve sentirsi parte integrante del progetto bianconero.
Tre motivi per proseguire così
1. Higuain ha bisogno di minuti. Bisogna far fruttare i 90 milioni spesi dalla Juventus per l'argentino che, dal suo arrivo, ha subito evidenziato la necessità di minuti di campo per smaltire la ruggine (e il peso in eccesso) e per integrarsi al meglio nel nuovo sistema.
2. Non è un bomber. Mandzukic non è mai stato l'attaccante da 20-30 gol a stagione. Una pecca che alla lunga può pesare sulle scelte dell'allenatore.
3. Il sistema di gioco sta evolvendo. Con l'arrivo di Pjanic, l'inserimento di Dani Alves, l'ingresso a pieno regime di Khedira e Alex Sandro, il sistema di gioco bianconero sta subendo una trasformazione e necessità di un finalizzatore diverso dal croato che spesso, sfiancato dal lavoro "sporco" sui due lati del campo, patisce un po' di scarsa lucidità sotto porta.