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Manchester City ancora sotto inchiesta per violazione del Fair Play: Champions a rischio

La seconda inchiesta aperta dall’Uefa nei confronti del Manchester City nel novembre 2018 potrebbe portare all’esclusione della società inglese dalla Champions League, qualora venissero confermate le accuse. Nel 2014 il City patteggiò con l’Uefa per aver violato il Fair Play Finanziario, decisione che procurò un terremoto all’interno del massimo organismo calcistico europeo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è un mistero che il Financial Fair Play introdotto el mondo del calcio dall'Uefa perché i club riescano ad autofinanziarsi entro parametri ben precisi, abbia fatto illustri vittime. Tra queste, uno dei club maggiormente colpito è stato senza dubbio il Manchester City, da quando è stato prelevato dalla proprietà araba e si è distinto sul mercato con campagne acquisti a dir poco faraoniche.

Tra Uefa e City nel recente passato ci sono stati momenti di altissima tensione e ben due inchieste sui presunti illeciti attorno a finanziamenti sospetti, le cui entità sono state rivelate ufficialmente solamente in questi giorni. In particolare, nel 2014 – grazie ad una inchiesta condotta da il "Guardian" è stato rivelato che l'Uefa ha verificato come il City avesse registrato perdite per un totale di circa 180 milioni di euro, nel 2012 e nel 2013, superando di gran lunga il deficit massimo consentito di 45 milioni come previsto dal FFP, a condizione che tali perdite fossero coperte da un proprietario. Cifre considerate inammissibili e per le quali adesso si ritorna nelle aule dei tribunali.

L'accordo del 2014, le polemiche all'interno dell'Uefa

Le spiegazioni all'Uefa da parte del City per gli esercizi 2012 e 2013 erano state richieste in relazione a circa 118 milioni di sterline in sponsorizzazioni che arrivavano da società di Abu Dhabi, lo stato di residenza del proprietario del club, e i loro metodi contabili sulle commissioni di trasferimento e la formazione di due nuove società.  La prima inchiesta dell'Uefa sul City  si concluse con un accordo tra la società inglese e il massimo organismo del calcio europeo ma all'interno di Uefa c'erano persone che credevano che i regolamenti avrebbero dovuto essere applicati più rigorosamente nel 2014 e un membro del personale che lavorava sul FFP se ne andò poco dopo l'accordo.

L'ultima inchiesta (sulla scia della precedente) e il rischio Champions

Questi dettagli portarono ad una seconda indagine sulla conformità al FFP da parte del City, innescata dalle rivelazioni nel novembre 2018: Der Spiegel pubblicò e-mail e documenti interni del City che suggerivano che il proprietario del club, lo sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan, stesse finanziando in gran parte l'accordo di sponsorizzazione Etihad, sconosciuto all'Uefa. La "camera dei giudici" dell'Uefa (CFCB) intende ascoltare le accuse mosse contro il club questa settimana e se riterrà che le accuse siano fondate, potrebbe bandire il City dalla Champions League, il trofeo che il club ha maggiormente desiderato dall'inizio del progetto di Mansour. Il City è pronto a presentare ricorso contro qualsiasi risultato avverso al tribunale arbitrale per lo sport.

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