Maleducato e arrogante, adesso l’Inter punisca Spalletti per ciò che ha detto a Sky
Salutarlo in diretta e mandarlo a sbollire la rabbia altrove. Ecco cosa avrebbe dovuto fare Fabio Caressa nei confronti di Luciano Spalletti che, nel corso delle interviste del Club di Sky, l'ha fatta fuori dal vaso. E dovrebbe scusarsi per quel tono aggressivo, arrogante, maleducato, indisponente nei confronti dei suoi interlocutori che gli davano ragione ma lui era talmente fuori di sé da non capire nemmeno che stava dicendo cavolate, l'una di seguito all'altra, alzando la voce e urlando nel microfono in diretta tv. Un esempio e uno show di cattivo gusto. Peccato, perché sarebbe stato molto più interessante se avesse spiegato come mai – in vantaggio per 3-1 – la sua squadra, che punta alla Champions, ha giocato gli ultimi 15 minuti da provinciale che non sa gestire il match. Magari, lo dirà un'altra volta.
Comprensibile che l'adrenalina, a caldo, sia ancora in circolo e gli tolga lucidità ma dimenticare anche le buone maniere ed esplodere in quel modo facendo illazioni ("poi il giorno dopo cominciate a dire che sono in discussione…"), paventando complotti, sparando nel mucchio, sfiorando l'insulto è inaccettabile. E la stessa Inter dovrebbe intervenire a censurare l'atteggiamento del suo tesserato. Esattamente come ha fatto con Mauro Icardi. Il club prima di tutto e la legge è uguale per tutti, vero?
Qual era il motivo di tanta rabbia? La partita pareggiata a Firenze al 101° per un calcio di rigore che l'arbitro Abisso ha concesso alla Viola valutando come volontario il tocco di braccio di D'Ambrosio, trascurando invece che la palla era carambolata sul petto e poco prima un fallo di Chiesa sullo stesso difensore aveva viziato lo sviluppo dell'azione incriminata. E quando in studio utilizzano il condizionale e poi concordano nella valutazione delle immagini (comprese quelle relative al penalty assegnato giustamente all'Inter per fallo di mano di Edimilson) Spalletti sbuffa e scalcia nemmeno fosse un toro dinanzi al drappo rosso.
Furente, travolge ogni cosa. Anche sé stesso perché proprio non riesce a comprendere che tutti – a cominciare da Bergomi, bandiera interista non certo un tifoso della Fiorentina… – s'erano espressi in maniera chiara e unanime: c'era il penalty per i nerazzurri, non quello per i toscani che ha fissato il risultato sul 3-3. Cosa avrebbero dovuto fare per placare l'allenatore, portargli la testa di Abisso su un piatto? "Abbiamo sostenuto che quel rigore non c'era mai nella vita, che dobbiamo fare di più?", gli ripete Caressa da studio provando a ricondurlo alla ragione quando avrebbe fatto meglio a chiudergli il microfono.