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Malati di calcio, l’esultanza di spalle dei tifosi del Poznan

Con un tragitto non proprio breve fra Austria, Iran, Polonia, Brasile e Croazia, ecco alcuni delle dei luoghi da visitare assolutamente per i “fedeli” del football.
A cura di Salvatore Parente
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Niente food street, conversioni a religioni pallonare o sfide in stadi particolari. Il quinto appuntamento con la rubrica dedicata alle cose da fare per esser etichettato, sempre con fierezza ed orgoglio, “malati” del calcio, infatti, propone un menù diverso con una visitina celere in Brasile, un viaggio lampo a Teheran ed una panoramica nel calcio est e mitteleuropeo, tutto nel segno del tifo in curva, della passione, delle tradizioni e dei rituali dello sport più bello del mondo.

I tifosi che voltano le spalle: l’esultanza dei supporters del Poznan

Divenuta un’esultanza cult, specie grazie ai tifosi del Manchester City che l’hanno riproposta dopo averla vista in Polonia in una gara di Europa League nella stagione 2010/11, i supporters del Lech Poznan si sono inventati un modo di esprimere la loro gioia molto originale e divertente.

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Per questo motivo, andare in Polonia, nello specifico a Poznan magari per la fiera industriale che si tiene in città, potrebbe esser un giusto pretesto per andare all’Inea Stadion (costo del biglietto sui 12 euro), posizionarsi fra i coloratissimi e caldi tifosi polacchi, attendere l’immancabile rete del bomber Marcin Robak (15 gol in stagione), girarsi dando la schiena al campo, abbracciarsi con i colleghi di tifo e saltare fino allo sfinimento.

Dacci un taglio, meglio se dal barbiere di Pelè

Al di là della sindacalista brasiliana di origini italiane Angela Bambace e per il porto cittadino, il più grande dell’America meridionale, la città di Santos è famosa, in un crescendo rossiniano, per Felipe Anderson, Neymar e Pelé. Se siete in zona quindi, non potete non fare una capatina allo stadio Urbano Caldeira dove i predetti calciatori sono sportivamente nati, cresciuti e sbocciati. Di qui però, proseguendo verso il quartiere dove è situato l’impianto, in cambio di 20 reales (circa 6 euro), potreste farvi tagliare i capelli nel salone preferito da O’Rey Pelé nel corso di tutta la carriera del tre volte campione del mondo carioca. Una esperienza non da poco che, per essere sponsorizzata, è presente anche nella guida cittadina.

Pelé

Guardare una partita fra “pochi intimi”

Dall’aeroporto Wieniawski di Poznan a quello Imam Khomeini di Teheran per il gusto di visitare una città dal grande fascino e, perché no, assistere ad un match fra “pochi intimi” nell’iraniano Azadi Stadium. Costruito nel 1971 in occasione dei Giochi Asiatici del 1974, infatti, l’impianto della capitale è uno di quelli con non molto spazio per i tifosi, basti pensare alla sua capienza di oltre 95mila spettatori che affollano puntualmente le tribune dello stadio per assistere alle gare casalinghe della nazionale guidata da Carlos Queiroz e per tifare o per il Persepolis (squadra della leggenda Mahdavikia) o per l’Esteghlal, due delle migliori formazioni del campionato, l’Iran Pro League. Insomma, un viaggio che, se portato a termine, non potrà che garantirvi un posto, non tanto nel vastissimo Azadi, quanto nell’Olimpo degli amanti del football.

AzadiOk

Hajduk-Dinamo, il derby della Torcida

Nel tragitto che da Teheran vi riporta a casa, non siate frettolosi e concedetevi altre due stupende nonché affascinanti tappe. Una di queste vi porta a Spalato in Croazia per farvi assaporare l’atmosfera dei roventi derby fra la compagine spalatina-dalmata e la Dinamo Zagabria degli ex Pjaca e Rog. Un derby passionale, forte e sentito fra due delle maggiori compagini della Prva Liga che, dal 1992 in poi, si sono divise ben 19 campionati sui 24 disputati. 90 minuti che racchiudono la storia recente del campionato croato e che, allo stesso tempo, mostrano il senso di attaccamento dei tifosi dell’Hajduk i quali, nonostante le recenti sconfitte casalinghe (0-4 e 0-1) ed i periodi di magra hanno sempre supportato con cori e canti la loro squadra del cuore.

Del resto, far parte, almeno per una sera, di quella splendida cornice di pubblico che riserva fra le sue fila la Torcida (il gruppo organizzato più antico d’Europa fondato nel 1950 al ritorno da una spedizione in Brasile di alcuni marinai croati che, avendo assistito alla Coppa Rimet di quell’anno scoprirono l’incessante tifo dei padroni di casa) non ha prezzo.

Appello all’Unesco, tutelate il Rapidviertelstunde

A chiudere questo lungo giro in alcune delle realtà più affascinanti e romantiche del calcio andiamo a Vienna dove risiede lo storico Rapid. Qui, all’Allianz Stadion si ripete, ormai da oltre un secolo un rituale famoso nel pubblico: a 15 minuti dal termine, qualunque sia il risultato, parte la Rapidviertelstunde, ovvero un forte applauso da parte dell’intero stadio. Oltre a far parte del pubblico però, che ripete questo gesto dal lontano 1913, potreste farvi promotori di una petizione molto seria.

E sì perché nel 2011 è stata avanzata una proposta per inserire il coro tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'Unesco con il diniego, peraltro all'unanimità, dell’organizzazione. Per cui, prima di far parte di questo storico rituale posizionatevi davanti all’impianto viennese e raccogliete fieri firme, il Rapidviertelstunde va tutelato. Alla prossima!

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