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Lutz Pfannenstiel, il portiere morto tre volte

Pfannenstiel recentemente è finito nel ‘Guinness World Records’, perché lui è l’unico professionista ad aver giocato in tutte le sei confederazioni della Fifa.
A cura di Alessio Morra
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I centravanti segnano, i numeri 10 esaltano la folla, le ali destre hanno fatto la storia del calcio, ma i portieri sono quelli che forse hanno il ruolo più affascinante. Molto spesso tanti portieri sono stati protagonisti di storie meravigliose. Nel calcio eroico in Italia due dei fratelli Sentimenti, erano quattro e tutti numeri uno, si sfidarono dagli undici metri. Uno tirava il rigore, l’altro doveva provare a pararlo. Il mitico Bert Trautmann nel ’56 giocò la finale di FA Cup con cinque vertebre del collo fratturato. Ma il quarantunenne portiere tedesco Lutz Pfannenstiel di incredibili storie da raccontare ne ha così tante che addirittura ha scritto un libro.

La Malesia e la ‘Crazy Gang’ del Wimbledon

Pfannenstiel recentemente è finito nel ‘Guinness World Records’, perché lui è l’unico professionista ad aver giocato in tutte le sei confederazioni della Fifa. In tredici stagioni il buon Lutz ha giocando con venticinque squadre. Nel 1993 l’allora ventenne portiere si permette dire di no al Bayern Monaco e va in Malesia, dove gioca con uno dei club più forti di quel paese il Penang FA. Nella stagione successiva passa al Wimbledon dove trova dei compagni di squadra molto particolari, perché all’epoca il soprannome dei giocatori dei blu di Londra era la ‘Crazy Gang’ e con quei compagni Pfannenstiel si divertì moltissimo: “Quando nel 1994 arrivai al Wimbledon, mi ritrovai in una realtà totalmente diversa da quella tedesca, ma capii subito che in quello spogliatoio si respirava un’aria speciale e capì cosa fosse la Crazy Gang: loro erano dei pazzi, ma a modo loro, era gente che si allenava e giocava duro e che amava divertirsi, facendone di tutti i colori, come tagliare via le dita dai guanti, fare pipì nelle bottiglie di shampoo.”.

“Smisi di respirare 3 volte”

L’Inghilterra ricorda al portiere tedesco dei momenti drammatici perché il 26 dicembre 2002 Pfannenstiel smise di respirare addirittura tre volte mentre giocava con il Bradford. “Stavamo giocando il Boxing Day della Northern Premier League e io sono morto tre volte, perché per tre volte ho smesso di respirare dopo uno scontro in area con un attaccante. Gli altri calciatori erano sotto choc e si misero a piangere attorno a me, con l’arbitro che andò via perché troppo scosso. Mi risvegliai dopo tre ore e dopo una settimana ero in campo.”

A Singapore in galera

La carriera di Pfannestiel ha subito uno stop bruttissimo. Perché nella stagione 1999/2000 il portiere tedesco finì in galera a Singapore, con l’accusa di aver truccato le partite. Le prove della sua colpevolezza non furono mai trovate, ma tre mesi di cella il tedesco li fece: “Quell’esperienza mi ha insegnato tante cose. Prima ero il classico calciatore che pensava solo a quale giacca comprare o quale macchina guidare o dove andare a cena; vivevo in una bolla di cazzata. Poi quando ti svegli con una guardia che ti prende a pungi in faccia e ti danno del cibo non puoi mangiare, mentre il tuo compagno di cella si è impiccato tre settimana prima, vedi tutto in modo diverso.”

Nuova Zelanda e Namibia

Pfannestiel, che ha raccontato la sua vita da calciatore nell’autobiografia ‘The Unstoppable Keeper’ non è mai stato un uomo tranquillo ed ha scritto anche di quando rubò un pinguino quando giocava in Nuova Zelanda. Prima di ritirarsi il portiere, che ora fa l’osservatore dell’Hoffenheim, ha giocato in Namibia, dove divenne pure preparatore dei portieri della Nazionale ed in quella squadra trovo anche un portiere sordo: “All’inizio non l’avevo capito così quando facevamo gli esercizi finiva sempre che si beccava una pallonata dritta in faccia, perché non sentiva ciò che dicevo.”

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