Lukaku: “Ho detto no alla Juve. I soldi non sono tutto”
No alla Juventus che lo aveva cercato. No alla Juventus che lo aveva scelto per potenziare la linea offensiva e colmare così la lacuna lasciata dalla partenza di Morata, tornato al Real Madrid. Romelo Lukaku, attaccante belga dell'Everton, ha preferito restare ai Toffees rispedendo al mittente le offerte dei bianconeri e quelle del Chelsea, laddove c'era un altro ex juventino che lo avrebbe voluto. Antonio Conte, accantonata l'esperienza in Nazionale all'Europeo francese, s'è prodigato perché il club lo accontentasse e gli portasse i giusti rinforzi. In difesa ha avuto Marcos Alonso e David Luiz, là davanti ha capito che fare di necessità virtù con Diego Costa sarebbe stata la cosa migliore. Higuain aveva scelto la ‘vecchia signora', Ibra era volato a Manchester, il giovane Alvaro aveva risposto ‘presente' alla chiamata della casa madre.

Lukaku no, a 23 anni e nonostante la possibilità di strappare un contratto milionario tanto ai campioni d'Italia quanto ai Blues dello Stamford Bridge, ha deciso che l'arrivo di Koeman in panchina era un'opportunità da sfruttare, come chiarito nell'intervista al giornale belga ‘Het Nieuwsblad': "Sarei potuto andare alla Juventus invece di restare all'Everton ma ho pensato che per me fosse presto arrivare in Italia e poi, siccome qui (all'Everton, ndr) non avevo fatto male, ho preferito restare".
Una decisione presa a prescindere dalla prospettiva di misurarsi anche sul palcoscenico delle Coppe, considerato che i londinesi non prenderanno parte nemmeno all'Europa League. "Credo che tutto accade per un motivo – ha aggiunto Lukaku -. Abbiamo un nuovo allenatore che è completamente diverso da Martinez… vediamo cosa succede e fin dove arriviamo". Il contratto fino al 2019 ha aggiunto altri ostacoli a una possibile trattativa ma Lukaku non appare affatto pentito né scontento.
Voglio vincere, questo è normale, ma è anche vero che non sono attratto solo da denaro – ha concluso l'attaccante -. Se avessi la possibilità di andar via e il mio club non volesse cedermi non farei cose come saltare gli allenamenti, col rischio di essere multato e farmi una cattiva reputazione. Il mio compito è stare tranquillo, lavorare e avere rispetto della società. Se devo andar via, lo voglio fare senza sotterfugi e nella massima serenità.