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Luca Toni a Fanpage.it: “L’Italia ne uscirà più forte di prima, come ai Mondiali del 2006”

Luca Toni e l’intero gruppo dei 23 campioni del mondo di Germania 2006, protagonisti di una raccolta fondi per aiutare il Paese in questa enorme emergenza sanitaria. L’ex attaccante azzurro, oggi 42enne, ha parlato a Fanpage.it dell’attuale momento che sta vivendo l’Italia, ma anche dei temi riguardanti la nostra Serie A e i bomber del campionato.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Noi italiani abbiamo dimostrato di essere i più forti in qualsiasi momento e solo restando uniti, anche oggi, potremo dimostrare lo stesso”. Con la stessa carica che l’ha contraddistinto per un’intera carriera, Luca Toni, 42 anni, nel corso di una lunga intervista a Fanpage.it, ha parlato dell’emergenza coronavirus in Italia. Dalla raccolta fondi creata dal famoso gruppo whatsapp dei campioni del mondo di Germania 2006, al taglio degli stipendi, fino a temi di carattere prettamente calcistico, l’ex bomber azzurro si è raccontato, parlando anche di campioni del calibro di Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic. Chiudendo poi con un augurio al nostro Paese: “Torneremo più forti di prima”.

L’Italia del 2006 è tornata in campo con una raccolta fondi per l’emergenza coronavirus. Da chi è arrivato l’assist?
"In un momento di difficoltà generale come questo, nella nostra chat è partita l’idea di fare qualcosa che potesse aiutare il nostro Paese. Da Cannavaro, il capitano, a Del Piero, sono partite diverse proposte che ci hanno portato poi a dare vita a questa raccolta fondi che sta avendo davvero un buon riscontro".

Come trascorri la giornata in queste settimane di isolamento?
"Sono giornate particolari, le sto trascorrendo in famiglia, con i bambini. Diciamo che si tratta di un nuovo modo di vivere, è tutto nuovo, si esce solo per fare la spesa e spero che tutti stiano agendo in questo modo, rispettando le regole, per porre fine quanto prima a questo momento".

Se fossi ancora calciatore, riprenderesti gli allenamenti come vogliono alcune squadre di A in questo momento?
"No, io penso che adesso sia più importante la salute dei cittadini, è giusto rispettare le regole e il calcio viene dopo. Prima bisogna c’è da tutelare la salute dei cittadini".

Da quello che hai potuto vedere: c’è stata attenzione per la salute dei calciatori nelle ultime settimane prima dello stop del campionato?
"Il mondo del calcio è un mondo dove circolano troppi soldi, i calciatori sono manovrati da chi comanda di più. Per cui solo quando ci si è accorti che la faccenda era grossa, hanno bloccato, ma bisognava farlo prima. La salute viene prima del business".

Cosa ne pensi della possibilità per i calciatori di riduzione del salario per alleviare le casse dei club in quest’emergenza?
"I calciatori lo faranno senza problemi ma non deve dipendere solo dai calciatori, ma è giusto che tutti facciano la loro parte affinché si arrivi ad un obiettivo comune".

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In questi giorni in tv è stata trasmessa tutta la cavalcata del mondiale 2006. Un aneddoto di quei giorni che ti è tornato in mente?
"Bisogna ringraziare Sky di tutto questo anche perché non me lo ricordavo così bene, sono gioie. Non so se eravamo i più forti ma quella volta abbiamo dimostrato di essere uniti, i più forti, capaci di battere anche chi era strafavorito in quel mondiale. Siamo italiani e quando siamo uniti riusciamo a battere chiunque, proprio per questo ci lasceremo alle spalle anche questa brutta situazione attuale".

Il giovane attaccante italiano che più ti assomiglia e in cui ti rivedi.
"Ormai è un calcio diverso, più veloce, penso che a grandi livelli sia difficile riconoscere attaccanti che si somiglino. Di centravanti forti fisicamente oggi ce ne sono davvero pochi. In Italia c’è un po' di carenza, a parte Immobile e Belotti, abbiano davvero ben poco in questo momento".

Con chi vedi più a suo agio Cristiano Ronaldo: Dybala o Higuain?
"A me piacerebbe vederli tutti e tre insieme, la Juventus può permettersi anche di schierare tre attaccanti così importanti, anche se dovrebbero sacrificarsi tutti. L’ha fatto il Barcellona in passato, non vedo come non possa farlo anche la Juventus".

Ti aspettavi Ibrahimovic ancora in grado di fare la differenza a 38 anni?
"No certo. Indubbiamente ha avuto un impatto importante, ma credo che sia servito al Milan soprattutto per dare un impatto forte nello spogliatoio. Infatti i rossoneri oggi hanno bisogno di fare una crescita netta e la società dovrebbe parlare in maniera più chiara ai tifosi. Perché se l’obiettivo è tornare come un tempo, allora c’è bisogno di comprare dei campioni, se invece si vuole investire su un mix di giovani e giocatori d’esperienza, è un’altra cosa".

Lukaku: cosa ti ha colpito di lui?
"Lukaku è un giocatore che ha fatto molto bene, un attaccante importante, non ha patito il salto nella Serie A e con Lautaro si completa al meglio. Ma soprattutto può godere di una squadra che gioca per lui".

Il centravanti che vorresti nella tua squadra ideale.
"A me piace tanto Suarez del Barcellona, un attaccante forte che gioca per la squadra e che lotta e che si mette a disposizione. Un vero guerriero che tutti gli allenatori vorrebbero avere".

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