Lotta Scudetto, Del Piero e la nazionale. Il pensiero di Antonio Cabrini

Sono ore decisive per l'assegnazione dello scudetto. Un tricolore che sta tenendo sulle spine i tifosi di Juventus e Milan. Antonio Cabrini, che di scudetti ne ha vinti diversi con la maglia bianconera e che, oggi, segue da vicino le sorti della squadra azzurra, ci ha rilasciato una breve intervista per spiegarci il suo "imparziale" punto di vista.

AP: Buongiorno Antonio, da "vecchio cuore" juventino, come stai vivendo questo finale di campionato esaltante e pieno di polemiche?

AC: In questo momento, visto il mio impegno con la Federazione, cerco di viverlo in maniera imparziale. In merito alle polemiche, non voglio prendere le parti né di Conte né di Allegri. Penso che si debba dare alle partite il giusto peso. E' chiaro che, alle spalle, c'è una strategia dei due allenatori per tenere alta la tensione fino alla fine. A mio modo di vedere, comunque, penso che la Juventus abbia il 60% di possibilità di aggiudicarsi il tricolore.

AP: Non trovi che ci possano essere delle trappole, sul cammino bianconero verso il tricolore? Per esempio: il Lecce di Cosmi, che sta giocando per la salvezza.

AC: Potrebbe essere, ma alla fine, tutte le partite sono difficili da affrontare. A prescindere dall'avversario, più che altro, è una corsa contro te stesso. Sia Juve che Milan dovrebbero pensare al proprio calendario, vincerle tutte, senza guardare in casa degli altri.

AP: Qual è il pregio di Conte, che ti ha stupito di più?

AC: Direi soprattutto il fatto di essere riuscito a tirare fuori il massimo da alcuni giocatori che, fino ad oggi, non erano riusciti ad esprimersi al meglio.

AP: Se tu avessi la possibilità di rinnovare il contratto ad Alessandro Del Piero, lo faresti?

AC: Non sono nei panni di chi deve decidere, quindi non saprei risponderti e non riesco a darti un giudizio. Mi sembra, comunque, che la società voglia rispettare la scelta che ha preso ad inizio stagione e che Alex voglia continuare, anche con un'altra maglia. Non è detto, però, che in un futuro le strade non si possano incrociare di nuovo.

AP: Abbiamo parlato di Conte. Vorrei parlare con te di altri due allenatori. Cosa ne pensi delle dimissioni "shock" di Pep Guardiola?

AC: Non mi hanno sorpreso più di tanto, anche perché Guardiola aveva già manifestato l'intenzione di smettere con il Barcellona. La sua idea è sempre stata quella di non rimanere a lungo sulla stessa panchina. Per lui, è già un miracolo aver guidato i blaugrana per tutto questo tempo. Oltretutto, c'è stata l'amarezza dell'eliminazione in Champions, a rendere ancora più viva l'intenzione di dire basta. Penso che siano arrivate, in maniera del tutto naturale, dopo aver valutato il momento della squadra, della società e dell'ambiente.

AP: Nei giorni scorsi si è parlato tanto di un'ipotesi di Prandelli, come nuovo allenatore dell'Inter. Come giudichi questa possibilità e come vedi l'imminente impegno europeo degli azzurri?

AC: Io credo che Cesare Prandelli, conoscendolo benissimo, voglia rispettare l'impegno che ha preso con la federazione fino alla fine. Non penso che ci siano state trattative con l'Inter. Conoscendo bene Cesare, e conoscendo altrettanto bene Moratti, penso non ci sia stato nulla. Sono due persone molto corrette e penso che Moratti, se avesse davvero voluto chiamare Prandelli, avrebbe prima chiesto il permesso alla federazione. Per l'Europeo sono ottimista e credo che possa fare un'ottimo torneo.