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Lo svedese Karlssonn getta fango sulla Juve: “Ha dopato Ibrahimovic”

Le parole del famoso allenatore svedese a ‘Sportbladet’ sollevano polemiche: “Zlatan mise 10 chili in 6 mesi e in un periodo così breve non è possibile che accada”. Ibra, mai positivo a controlli antidoping, pronto a sporgere querela.
A cura di Maurizio De Santis
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"La Juventus ha dopato Ibrahimovic". Le parole del famoso allenatore e preparatore atletico svedese, Ulf Karlsson, che ha seguito la squadra nazionale di atletica e poi quella di sci di fondo fanno discutere per la loro gravità. A riportarle è stato il quotidiano scandinavo ‘Sport Bladet' che ha precisato anche come l'attaccante del Paris Saint-Germain non sia mai risultato positivo a un controllo antidoping e adesso valuta l'opportunità di sporgere querela nei confronti del dottore per queste affermazioni. Come è arrivato a queste deduzioni? Quali prove adduce a supporto della sua tesi? Nessuna e per questo rischia grosso. Non ha elementi per dimostrare del presunto trattamento al quale il calciatore sarebbe stato sottoposto durante la sua permanenza a Torino.

Karlsson si basa su un'unica, personale impressione: "A quei tempi, in sei mesi di permanenza alla Juventus, Ibrahimovic aumentò di molto il suo peso. Prese una decina di chili e in un periodo così breve non è possibile che accada. Io credo che sia stati dopato". Incalzato, nell'intervista il preparatore atletico cita anche un altro calciatore: "Anche Albin Ekdal è aumentato otto chili. Penso che quella fosse una cosa abituale alla Juventus che ha avuto anche un medico squalificato per 22 mesi".

La replica dell'agente, Mino Raiola: Ci stiamo già attivando per denunciarlo – ha ammesso a Expressen, il procuratore -, così si diffondono menzogne. C'erano un sacco di controlli alla Juve: Zlatan è stato testato tra le 15 e le 20 volte. Possiamo dimostrare che tutto è falso

Il processo alla Juve per doping e frode sportiva

Il processo contro la Juve per somministrazione di farmaci e per frode sportiva inizia nel 1998 con le accuse di Zeman che danno la stura all'inchiesta di Guariniello. Indagine che porta al dibattimento in aula e a due sentenze: in entrambi i casi viene assolto Giraudo, il medico Agricola solo alla seconda. A mettere la parola fine, solo in termini processuali sulla vicenda, fu la Corte di Cassazione che, relativamente al ricorso presentato dalla Procura Generale di Torino, annullò senza rinvio la sentenza di secondo grado della Corte d'Appello di Torino (14 dicembre 2005, quella dell'assoluzione dell'ex ad Giraudo e del dottor Riccardo Agricola, responsabile staff medico bianconero) ma la sopraggiunta prescrizione estinse di fatto il reato e salvò i due imputati.

Nessuna sostanza dopante – né soprattutto l'Epo – venne rilevata dai riscontri effettuati. Un nuovo processo d'Appello avrebbe chiarito solo la differente valutazione fra gli organi giudicanti relativamente al presunto impiego di farmaci leciti somministrati (forse) per scopi diversi rispetto a quelli previsti dalla posologia abituale.

La sopraggiunta prescrizione in Cassazione

Dunque, venne sì archiviato il processo ma non cancellò del tutto l'ombra del sospetto sulla gestione di allora considerato che i giudici della Cassazione ritennero "astrattamente condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni". Cosa significa? Secondo i giudici della Corte era stata provata l'illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juve, eccetto l'Epo. La prescrizione, però, mandò di fatto in archivio il processo.

Uno stralcio della sentenza: "A questa Corte non compete certo la valutazione del merito delle specifiche condotte incriminate. (…) L'annullamento della sentenza impugnata limitatamente alle sostanze non vietate va disposto senza rinvio perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione. Ed invero, il delitto di frode sportiva concerne fatti commessi dal luglio 1994 all'ottobre 1998. (…) Ben può il giudice di secondo grado discostarsi dalle conclusioni del giudice di prime cure giungendo a un risultato affatto diverso ma quando, come nella specie, la difformità riguarda l'esclusione delle responsabilità, le diverse argomentazioni devono tener conto in modo analitico ed esaustivo di tutte le argomentazioni prese in considerazione dal giudice di primo grado, per giungere ad un opposto verdetto. La necessità di una approfondita valutazione in merito appariva tanto più necessaria in quanto la Corte territoriale è entrata in rotta di collisione con un giudicato (…) con una motivazione sul punto specifico carente, e che quindi va annullata in parte qua".

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