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Lo strano derby di Veron: “Io presidente della Lazio, con Simeone allenatore”

L’ex centrocampista sogna una società tutta laziale: lui presidente, Simeone allenatore, direttore sportivo Pavel Nedved. E poi Alessandro Nesta, Almeyda. Tutti giocatori stimati dai tifosi e che conoscono benissimo l’ambiente. Ma anche ripartire da Mihajlovic andrebbe bene: “Ottima scelta, ma da solo non basterebbe”
A cura di Alessio Pediglieri
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A poche ore dal derby della Capitale che monopolizzerà le attenzioni calcistiche italiane, scende in campo anche la ‘strega', Juan Sebastian Veron, il centrocampista argentino che con la maglia dei biancocelesti ha disputato importanti stagioni prima di approdare a Milano sponda Inter. Un amore – ricambiato soprattutto dalla tifoseria che sempre ha amato i giocatori che mai tirano indietro la gamba sul terreno di gioco – che continua nel tempo e che ritorna prepotente proprio a ridosso della partita contro la Roma. Per la "Bruquita" il sogno proibito sarebbe quello di prendere il posto di Claudio Lotito, risollevare le sorti societarie della Lazio e ristrutturare il club con il vecchio amico Diego Simeone in panchina e in dirigenza altri ex compagni di grido, come Pavel Nedved, Almeyda o Nesta.

Per fare il verso al presidente del Milan Silvio Berlusconi si potrebbe coniare il motto "la Lazio ai laziali". Questo è il filo conduttore infatti con cui Sebastian Veron dipinge il futuro biancoceleste dove in dirigenza sogna una schiera di ex compagni, uniti sotto l'aquila per far ripartire la macchina societaria. Lui, la ‘strega', presidente coadiuvato dalla creme di una Lazio che non c'è più ma che si vorrebbe tornasse in auge: Nedved, Almeyda, Nesta. I senatori in campo che potrebbero ridare qualità anche dietro una scrivania. Dopotutto Nedved bene sta facendo alla Juventus, Nesta a Miami.

In panchina? Ovviamente Diego Simeone, il Cholo che ha fatto grande l'Atletico Madrid dopo aver fatto praticantato in giro per l'Italia e che sarebbe l'allenatore ideale per il club capitolino. "Non lo nego, a me piacerebbe. I soldi non contano, se c'è bisogno di una mano… mi piacerebbe essere il presidente, magari con Simeone come allenatore – ha sottolineato l'ex centrocampista aregentino al Messaggero – Direttore sportivo? Uno fra Nedved, Almeyda o Nesta".

Un'idea che abbraccia anche la possibile prossima scelta in panchina che vede Stefano Pioli lontano e Sinisa Mihajlovic più vicino. Proprio il serbo sarebbe un'altra stella di ritorno, un ex giocatore apprezzato dalla tifoseria ma soprattutto che conosce a fondo l'ambiente. Sulla scia del pensiero di Veron, che apprezzerebbe l'idea: "Bisogna avvicinare la famiglia alla Lazio nuovamente e  Mihajlovic sarebbe una buona scelta. Ma il dirigente deve accompagnare l'allenatore, da solo non basta".

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