Lo Faso golden boy, dalla strada alla Serie A col Palermo
Il palermitano che fa sognare i tifosi del rosanero. Simone Lo Faso, dopo l’esordio in Serie A, vuole convincere Roberto De Zerbi a puntare su di lui. In città sperano che il trequartista diciottenne diventi quel numero 10 che possa infiammare nuovamente il Barbera. Le premesse ci sono tutte, adesso spetterà al ragazzo confermare le aspettative che si sono create intorno a lui.
La storia, palermitano “di ritorno” che brucia le tappe
Simone Lo Faso è nato a Palermo il 18 febbraio 1998. E, come succede spesso nelle città del Sud Italia, da bambino inizia a giocare a calcio per strada, in campetti improvvisati e con avversari di ogni età. A 8 anni entra nella scuola calcio della Vis Palermo e dopo un anno l’allenatore Diego Tutrone decide di portarlo in prova al Palermo. L’avventura di Lo Faso comincia nei Pulcini, ma dopo tre stagioni tra i rosanero e l’inserimento sotto età nei Giovanissimi Nazionali in cui giocava da mezzala, decide di non sottoscrivere il vincolo pluriennale con il club siciliano. E così sceglie di andare al Siena, dove milita per due stagioni, fino agli Allievi Nazionali ma, quando il club toscano è in procinto di fallire, torna a Palermo agli ordini di mister Scurto. Dal 2015 viene aggregato alla Primavera di Bosi con la quale gioca un'intera annata da protagonista assoluta. Ballardini allora lo porta in ritiro con i grandi e poi Roberto De Zerbi al 57° di Palermo-Milan decide che è arrivato il momento di farlo esordire in Serie A.
Punti di forza: agilità, dribbling, imprevedibilità
Lo definiscono l’erede di Vazquez oppure il diretto discendente di Antonio Cassano o, magari, un mix fra i due. In ognuna di queste ipotesi però, Lo Faso, esce entusiasta da paragoni importanti che, allo stesso tempo, possono indurre una forte, pesante pressione. Eppure, le comparazioni non sono assolutamente esagerate anzi, le doti tecniche a disposizione sono quelle, quelle cioè appartenenti ai più forti del pallone, all’élite del calcio. Buon fisico, ma soprattutto grande talento, agilità, dribbling, estro, verve e imprevedibilità. Un numero 10 come non se ne vedevano da tempo e che, con le sue movenze, ricorda il suo idolo Neymar oltre che lo stesso Fantantonio o addirittura il Pinturicchio Del Piero. Una similitudine che nasce da una rete realizzata da Simone contro la Primavera dell’Inter somigliante ad un gol in un Bari-Juventus del 10 juventino. Insomma, salvo complicazioni, il futuro è suo.
Punti di debolezza, fisicità da potenziare
Un punto su cui invece dovrà lavorare molto è quello atletico. Già col Milan all’esordio in A, il ragazzo palermitano subiva un po’ troppo la fisicità dei calciatori rossoneri più pronti di lui a ingaggiare duelli e contrasti vincenti. Un problema che, sicuramente, verrà superato magari con un prestito prossimo in B o con una continuità di presenze maggiori anche nel massimo campionato calcistico nazionale.
CR7 e Neymar i suoi modelli… anche alla PlayStation
Molti l’hanno paragonato ad Antonio Cassano, abilità tecnica, tenacia in campo e quel tocco di fantasia che spesso riesce a risolvere anche una partita apparentemente bloccata. Ma la cosa che differenzia più di tutte “El Pibe di Bari” e Simone Lo Faso, è il temperamento, si perché da questo punto di vista il baby talento del Palermo si è sempre paragonato a Cristiano Ronaldo e Neymar, tanto che, appassionato da sempre della PlayStation, non gioca con nessun altro calciatore che non sia l’asso del Barça o il neo Campione d’Europa del Portogallo.
Il papà agente: "La Serie A un punto di partenza"
Carmelo Lo Faso, oltre ad essere il papà di Simone, è anche il suo agente e, dopo l’esordio di domenica scorsa in casa, al “Barbera” contro il Milan ha parlato così dell’emozione di vedere suo figlio in campo in Serie A: "Di lui stupisce la capacità di questa seconda punta di cambiare sempre il volto di una partita. Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento, considerata la fiducia avvertita da parte del club e la grande considerazione del presidente nei confronti di Simone. Quello di domenica non è un punto di arrivo ma di partenza, l'obiettivo adesso è confermarsi e aiutare il Palermo a venir fuori dalla difficile situazione di classifica".