Lite con Bonucci, cosa ha detto Allegri alla società: “Lui in tribuna o io vado via”
Bonucci in tribuna oppure rassegno le dimissioni, me ne vado. Ecco cosa ha detto Massimiliano Allegri alla società dopo la lite con Bonucci nel colloquio con l'ad Marotta e Nedved avuto sabato scorso, dopo l'episodio avvenuto durante la gara col Palermo. Un provvedimento disciplinare esemplare, a questo pensava il tecnico per ribadire la propria autorità e soprattutto dare un segnale preciso al gruppo che – complici atteggiamenti d'insofferenza diffusi, da Khedira fino a Dybala – più di una volta, in pubblico, in diretta tv sembrava lanciare segnali d'ammutinamento.
Lite e punizione, il retroscena tra Bonucci e Allegri
Dettagli che emergono poco alla volta, filtrano all'esterno e aggiungono tasselli a una vicenda che Marotta definisce "chiusa" ma ha toccato vette di tensione inattese e lasciato strascichi polemici. Mercoledì sera il difensore ‘ribelle', che obiettava all'allenatore scelta dei cambi e opzioni tattiche nel corso della sfida coi siciliani, era accomodato su uno sgabello nella tribuna dello stadio ‘Do Dragao'.
Bonucci seduto su uno sgabello in tribuna a Oporto
Da lì ha seguito tutta la partita di Champions che i bianconeri hanno vinto (gol di Pjaca e Dani Alves) grazie anche alle sostituzioni effettuate dal tecnico nella ripresa. Due mosse indovinate hanno consegnato alla Juve il pass per i quarti di finale facendo sì che il ritorno di Coppa previsto a marzo a Torino assuma contorni differenti.
Cosa aveva detto Bonucci ad Allegri, la replica: "Sta zitto testa di c…"
"Sta zitto, testa di c… e pensa a giocare", aveva urlato Allegri in faccia a Bonucci perché si zittisse, perché non era quello il momento di esprimersi in quel modo, perché è nel chiuso dello spogliatoio che ci si confronta e non lasciando spazio all'evidenza delle telecamere, sotto gli occhi dei tifosi, perché i numeri sono dalla parte dell'allenatore, l'unico a rimetterci sempre in prima persona. Vinci e sei un eroe, oppure alla prima difficoltà non era ‘tutto oro quel che luccica'… difficile che una personalità molto forte come quella di Allegri possa lasciarsi trattare così da un giocatore, anche se si chiama Bonucci ed è una delle colonne della squadra.
Mediazione fallita, la minaccia di dimissioni
Com'è andata a finire la questione è noto a tutti. Bonucci è rimasto sulle sue posizioni: abitualmente attivo sui social network, non c'è stata una sola parola al riguardo, eccezion fatta per il post su Instagram della consorte – Martina Maccari – che s'è limitata a un laconico ‘punto e a capo' come scritto a corredo della propria foto. Nient'altro, nemmeno un accenno di scuse pubbliche. Allegri s'è arroccato dietro le proprie – sacrosante – ragioni e imposto l'aut aut alla dirigenza. O con me o contro di me, questa volta la società è stata dalla sua parte.
Il patto nello spogliatoio, le scuse di Bonucci
Nello stesso tempo ha chiesto al giocatore un atto di responsabilità per il bene della squadra, con Buffon e Barzagli (particolare rivelato dalla Gazzetta) a fare da garanti per la tregua sancita. Perché di tregua si tratta, fissata con le scuse del giocatore dopo la partita (a Oporto Bonucci ha svolto un leggero allenamento a fine match) per voltare pagina e andare avanti. Caso chiuso, dice Marotta. Almeno fino al termine della stagione. Poi si vedrà.