Lippi e il retroscena del mancato arrivo al Milan

Marcello Lippi al Milan, storia di un amore sedotto e abbandonato. A raccontare il retroscena è stato lo stesso ex commissario tecnico della Nazionale, campione del mondo a Berlino 2006, che nello scorso mese di gennaio è stato a un passo dal prendere le redini dei rossoneri. Era il periodo peggiore della squadra condotta da Mihajlovic che scollinava tra la fine del girone di andata e quello di ritorno: rendimento al di sotto le attese, classifica amara, possibilità minime di rimontare il gap accumulato, panchina traballante rispetto alle certezze d'inizio stagione.
L'allenatore serbo sembra a un passo dalla caduta: non dimissioni – che avrebbero avuto il senso di una resa – ma possibilità di esonero, frenata più dalla necessità da parte della società di evitare aggravi ulteriori al bilancio che dalla volontà di concedere ulteriori attenuanti al tecnico. Ed è stato in quel periodo che il destino della panchina milanista e la strada dell'ex ct si sono incrociate sia pure per un brevissimo periodo come rivelato dall'ex juventino al Corriere Fiorentino.
Volete sapere se è vero che sarei dovuto andare al Milan e prendere il posto di Mihajlovic? E' tutto vero – ha ammesso Lippi nel corso dell'intervista -. Il contatto era talmente vero che avevo già riunito il mio staff con cui lavoro a casa mia, dicendogli di tenersi pronto.
La sorte e la cadenza dei risultati, però, indirizzarono le scelte in un'altra direzione. Non era quello il momento giusto, il fato stabilì che – fino al ribaltone che portò Brocchi alla guida dei rossoneri – a reggere le sorti del ‘diavolo' doveva essere Sinisa. "Il Milan vinse 2-0 con la Fiorentina alla prima giornata del girone di ritorno, infilò un filotto di risultati positivi e tutto è sfumato – ha chiarito Lippi -. Galliani ci ha provato in tre o quattro occasioni a portarmi al Milan e ho sempre detto di no, ma stavolta avevo dato la mia disponibilità".